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Il dibattito a distanza tra Zlatan Ibrahimovic e Lebron James continua. Prima di Sanremo, il campione svedese ha risposto al "King" della Nba: “Noi atleti uniamo il mondo, la politica divide il mondo. Gli atleti devono fare gli atleti, i politici devono fare politici - spiega -. Nel mio sport ci sono atleti da tutto il mondo e tutti sono benvenuti. Non siamo bravi in altre cose: questo voleva essere il mio messaggio. Nessuno puntava al razzismo”.
A prendere le difese di Lebron James ci ha pensato il collega Enes Kanter. Tramite Instagram, il lungo dei Portland Trail Blazers ha punzecchiato così Ibrahimovic: “No, quello che divide l’umanità sono dittatori e autoritarismi. Quando gli atleti si espongono, non lo fanno per divertimento o attenzione. Lo fanno per rendere questi regimi responsabili delle loro azioni. E solo quando sei arrogante, non hai empatia, pensi solo a te stesso puoi dire alle persone di non alzarsi in piedi per la giustizia”.
Parole pesanti che si aggiungono a quelle meno recenti, sempre dello stesso Kanter: “Qualcuno dica ad Ibra che c’è differenza tra opinioni politiche e parlare di persecuzioni, oppressioni o schierarsi contro a dittatori. BLM (Black Lives Matter, ndr) non è una dichiarazione politica, ma significa schierarsi contro l’oppressione. In America la chiamiamo anche ‘libertà di parola’”.
Getty ImagesEnes Kanter