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Una finale da... pro

5 APRILE
SPORT USA

Nella notte l'attesa finale NCAA tra Gonzaga e Baylor.

GUIDO BAGATTA

Quella che andrà in scena stanotte ad Indianapolis, sarà una finale NCAA molto diversa dalla gran parte delle edizioni che l’hanno preceduta, e non tanto per tutti gli annessi e connessi di cui si è chiacchierato molto nelle ultime ore.

Piuttosto, la vera attrazione di questa partita sta nel fatto che sia Baylor che Gonzaga, sono davvero come due squadre pro…travestite da college. Se siete riusciti a vederle in queste due settimane (utilizzando la app ESPN player) vi sarete trovati di fronte a due formazioni che giocano una pallacanestro decisamente diversa da quella che siamo abituati a vedere in campo universitario, con un approccio che sembra più quello di una formazione da Eurolega che da March Madness.

Entrambe sono anche e soprattutto, allenate in modo differente da quello che siamo abituati a vedere durante l’anno: difendono in modo eccellente, potendo accettare quasi sempre i cambi di marcatura, e tirano molto e bene da tre pur avendo un blocco di lunghi (questo soprattutto i Bears) che rimane decisamente impresso per la sua solidità e potenza.

Tre giocatori della rotazione di Baylor sono più di 2.10 per 110 chili, Gonzaga è più leggera ma in grado di pareggiare il conto, con dei lunghi più veloci. Insomma, dobbiamo aspettarci una gran partita, con punteggio alto (come la semifinale tra Zags e Bruins) che non mancherà certo di divertirci.

Le guardie titolari delle due formazioni dovrebbero essere quelle che inizieranno le danze, per poi portarle fino alla fine nei momenti caldi dove servono in closer di razza, almeno così abbiamo imparato da quello che è successo in questo torneo.

Jalen Suggs di Gonzaga, è stato il giustiziere di UCLA, quello che mi ha fatto dormire agitato sabato notte, o meglio domenica mattina presto. I “miei” Bruins avevano fatto di tutto per vincere una semifinale impossibile, almeno sulla carta, avendo anche il pallone, alla fine dei regolamentari, per portarsi a casa la partita, ma alla fine, Suggs, 19 anni che sembrano 30 per la sua freddezza e il suo portamento in campo, ha trovato il jolly per la vittoria. Ma più che il suo tiro decisivo (la tabellata da 3 fortunata ma anche perfetta) di lui dobbiamo apprezzare tutto quello che fa sul campo, come tira, il suo rilascio, il suo trattamento di palla ed anche la sua difesa. Indipendentemente dal risultato di stanotte, sarà difficile rivederlo in maglia Zags, con il prossimo draft di cui sarà un possibile se non sicuro protagonista.

Più o meno le stesse parole potrebbero essere scritte e spese per Jared Butler, il secondo anno di Baylor con in mano le chiavi della sua squadra. Forse uno dei giocatori più eleganti (ma nello stesso tempo redditizi) della storia del college basket, Butler è la perfetta “poesia in movimento”. Vedendolo giocare è praticamente impossibile non pensarlo già dal prossimo autunno in maglia NBA ed anche qui, indipendentemente da chi alzerà il trofeo nella notte italiana, il destino ha probabilmente già fatto la sua scelta.

Venendo poi agli “annessi e connessi” di poco sopra, quella che i veri appassionati della spicchia si potranno godere fra poche ore, sarà un match unico anche perché si affrontano due squadre che non hanno mai vinto il titolo, con Baylor che nella sua storia è andata in finale una sola volta, addirittura nel 1948 e Gonzaga che ci arrivò nel 2017, perdendo con North Carolina. Se gli Zags vincessero il loro primo titolo, sarà anche la seconda volta nella storia del college basket che una squadra finisce la stagione da imbattuta. In precedenza, era capitato ad Indiana del mitico Bobby Knight nel 1976. Un altro motivo, tra i mille, per non perdersi una partita unica.

GUIDO BAGATTA
Suggs Gonzaga

Getty ImagesSuggs Gonzaga

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