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NBA, JJ Redick spara a zero sulla dirigenza dei Pelicans

1 APRILE
BASKET/NBA

"Da quella dirigenza nessuno può aspettarsi onestà”

SPORT TODAY

Il futuro di JJ Redick, si sapeva già da tempo, non sarebbe più stato a New Orleans. Lo stesso giocatore non ha mai fatto mistero del suo desiderio di avvicinarsi alla famiglia che vive a New York, chiedendo di essere ceduto a una squadra “a distanza di macchina così da poter far visita alla mia famiglia durante i giorni liberi”, per usare le sue stesse parole.

Il giocatore dei Pelicans è stato uno dei più chiacchierati in sede di mercato praticamente dall’inizio della stagione, ma alla fine, purtroppo per lui, alla deadline del mercato è stato ceduto insieme a Nicolò Melli ai Dallas Mavericks, in una città che si trova ancora più lontana alla costa Est rispetto a New Orleans.

“Ero sotto shock quando è successo, ero convinto che sarei finito tra i buyout” ha detto il giocatore nel suo podcast, “The Old Man & The Three”, spiegando tutta la vicenda. “Sin da novembre avevo chiesto direttamente a David Griffin, capo della dirigenza e a Trajan Langdon, GM della squadra, di essere ceduto. Per le regole della stagione NBA e di quelle della scuola di mio figlio non avrei praticamente potuto vederlo per tutta la stagione, e poi in quel periodo hanno scambiato Jrue Holiday che era il motivo principale per cui avevo firmato per New Orleans, oltre al fatto che mi avevano offerto il miglior contratto nell’estate del 2019. Griffin mi ha risposto: ‘Vieni a New Orleans per un mese. Se ancora vuoi essere scambiato, ti do la mia parola che ti manderemo in una situazione di tuo gradimento’. Poi è intervenuto il mio agente. Poi ne ho parlato altre quattro volte in maniera diretta e personale per smuovere la situazione. Ovviamente non ha onorato la sua parola”.

 “Non penso che nessuno possa ricevere onestà da quella dirigenza. Non è neanche un’opinione, proprio obiettivamente non si può ricevere. E non credo che quello che è successo a me sia necessariamente un episodio isolato. Mi rendo conto che ogni front office faccia quello che è meglio per la franchigia, lo capisco. Mi costa ammetterlo, ma sono stato un po’ ingenuo nel pensare che avere 15 stagioni alle spalle potesse cambiare la mia situazione. Ho provato a fare le cose nella maniera giusta onorando la mia parte dell’accordo. Ma non mi aspetto che gli agenti che hanno lavorato con me si possano mai più fidare di quella dirigenza”.

Come si difendono invece i Pelicans di fronte alla durezza delle parole di Redick? Ecco la loro versione della storia: “Abbiamo passato la maggior parte dell’anno cercando di mandare JJ vicino alla sua famiglia, ma quando è diventato chiaro che le squadre geograficamente più vicine a New York non erano necessariamente le più interessate a prenderlo, abbiamo cercato di mandarlo in una situazione in cui potesse competere per qualcosa” ha detto David Griffin. “Abbiamo pensato che fosse la cosa giusta sia per lui che per la sua famiglia”.

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