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Questa l'attuale strategia del Club di via Aldo Rossi: "Ci sono quattro pilastri: correggere le prestazioni sul campo, migliorare le capacità di organizzazione, elevare i ricavi commerciali e avere lo stadio; ci sono un paio di passaggi che stanno attraversando con un dibattito pubblico, ma sono ottimista che il progetto prenderà il via l'anno prossimo. Il Milan è solo alla fine dell'inizio, invece io ho la responsabilità di rendermi sostituibile come amministratore delegato".
Il divario con la Premier League e le potenzialità del calcio italiano sono gli ultimi temi analizzati: "L'enorme spesa sta creando tensione nel sistema e rendendo il calcio meno competitivo, anche se è il calcio migliore che abbiamo visto. C'è distanza con la Premier, una sorta di Superlega, e gli investimenti del PSG, assieme alle capacità di spesa di Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco, hanno fatto sì che il calcio italiano sia rimasto indietro, eccezion fatta per la Juventus. Ma se il calcio diventa solo una questione di soldi è scoraggiante: deve esserci spazio per le idee. L'Italia è un gigante addormentato. Le squadre di calcio qui sono importanti per storia e cultura: tra 10 anni il calcio italiano sarà fiorente, si giocherà in stadi moderni con alcuni dei migliori club mondiali, il miglior stile di gioco e i tifosi più appassionati. Il nuovo stadio cambierà le cose al Milan, a Milano e all'Italia".
Getty ImagesGazidis-Maldini-Massara, la triade del mercato del Milan