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Italia, curiosa parola urlata da Chiellini prima del rigore decisivo: "Kiricocho"

13 LUGLIO
CALCIO/EURO 2020

Saka sul dischetto, Chiellini urla Kiricocho: una parola usata in passato in terra argentina per portare sfortuna, utilizzata anche contro Haaland.

SPORT TODAY

Si parlerà dell'Italia Campione d'Europa per giorni, mesi, anni. Evento essenziale per lo sport, ma non solo. Tra le dichiarazioni virali, i festeggiamenti da social, anche le strane parole usate durante la finale contro l'Inghilterra. Dopo quanto accaduto con Jordi Alba prima di battere i rigori, capitan Giorgio Chiellini è stato nuovamente protagonista.

Il difensore dell'Italia è infatti diventato simbolo assoluto della Nazionale non solo per il grandioso Europeo, ma anche per quanto fatto prima e durante i tiri dagli undici metri. Dopo il "mentiroso" a Jordi Alba, il "Kiricocho" prima del rigore finale di Saka, che ha consegnato al team Mancini il trofeo dopo 53 anni.

A pochi secondi dalla battuta di Saka parata da Donnarumma, Chiellini ha urlato 'Kiricocho': il labiale ha scatenato i tifosi argentini, che hanno subito pensato a tale parola. Parola poi confermata dallo stesso difensore della Juventus in un video twitter indirizzato al giornalista sudamericano Christian Martin.

Ma cosa significa Kiricocho? La realtà si mischia alla leggenda: secondo questa, infatti, sarebbe stato il nome di un tifoso dell'Estudiantes, presente agli allenamenti della squadra ogni qual volta un giocatore del suo team si infortunava più o meno in maniera grave.

Si narra che Carlos Bilardo, ct dell'Argentina 1986 e tecnico dell'Estudiantes Campione del Metropolitano albiceleste nel 1982, avesse mandato il tifoso a seguire le squadre avversarie per scaramanzia. Un mito portato anche in Europa nel corso degli ultimi anni.

Nel 2010 Capdevila, difensore della Spagna, urlò a Robben tale parola prima di un suo errore nella finalissima che vide l'Olanda perdente. Più recentemente, invece, nella Champions 2020/2021, Bono, portiere del Siviglia, l'ha utilizzata contro Haaland, prima del rigore sbagliato dal norvegese. Che di riflesso l'ha ripetuta, ammettendo però di non conoscerne il significato.

Chiellini è stato l'ultimo di una serie di utilizzatori della parola, uno degli strani miti del calcio. Nessun potere sovrannaturale, ma un mito che resiste nei decenni e che ora fa ampiamente parlare di sè, anche a quarant'anni dal suo primo utilizzo. Utile o meno, rimane la vittoria degli Europei da parte dell'Italia e l'errore di Saka, giovane talentino che avrà tempo, tantissimo tempo, per rifarsi.

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