Maodo Lo ha connaturate in sé la grandezza (Maodo in un dialetto senegalese, terra del papà, significa ‘Grande’) e la bellezza (la mamma Elvira Bach è una pittrice post-moderna con opere al Moma, alla Vancouver Art Gallery e al museo di Augsburg). Caratteristiche che porta in ogni settore nella sua vita, compreso il parquet. Ora anche a Milano. Dopo il titolo mondiale vinto con la Germania, Lo è arrivato nella città meneghina dove veste la maglia dell’Olimpia. “Sono qui da due giorni – dice Lo alla Gazzetta dello Sport – e mi ha impressionato l’organizzazione dell’Olimpia. Da professionista è la prima volta che gioco fuori dalla Germania ma la mia esperienza è nei tre maggiori club tedeschi, Bamberg, Bayern Monaco e Alba Berlino. Credo che questo sia il momento giusto per crescere e salire ancora di livello. È vero, Milano mi aveva cercato in passato, per cui quando coach Messina ha chiamato non ho avuto più dubbi”.
Prima di decidere il suo trasferimento a Milano ne ha parlato con Nicolò Melli, suo compagno al Bamberg nel 2016-2017, e con il compagno di nazionale Johannes Voigtmann. “Sono persone e giocatori eccezionali, che mi aiuteranno a inserirmi. Saranno importanti anche in campo perché con il loro alto quoziente intellettivo giocare con loro è semplice. Per me, in particolare, che sono un play” ha affermato ‘Chairman Maodo’, come era soprannominato alla Columbia University.
E per il tempo libero ha già un programma in mente: “Sono sempre stato immerso nel mondo dell’arte che rappresenta molto nella mia vita. Ora sono curioso di visitare le gallerie e i musei di Milano”.
Getty ImagesDopo 30 vuole fare 31