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Bologna e Milano fanno già il vuoto. Reyer: è crisi?

4 OTTOBRE
BASKET

Dopo appena due giornate Virtus e Olimpia sembrano inavvicinabili per tutte le avversarie, comprese quelle che nella scorsa stagione erano riuscite a restare "attaccate" alle due big per tutto il campionato.

GUIDO BAGATTA

Non prendete per oro colato quello che state per leggere, ma dopo due giornate di campionato sembra proprio che ci dobbiamo aspettare un torneo limitato a due squadre, con le altre che, a meno di piacevoli sorprese (per chi ama l’equilibrio) faranno da spettatrici. Bologna e Milano , a “seconda vista”, sembrano davvero essere molto più “tutto” delle altre, anche di quelle che in questi ultimi anni (vedi Venezia, Brindisi, Sassari) le avevano ostacolate e spesso battute.

La vittoria della Virtus su Varese era abbastanza scontata sulla carta, ma i 41 punti di differenza  fanno davvero impressione così come il dominio praticamente totale dell’Armani su Trento, senza grandi sforzi e strappi. E se pensiamo che Bologna ha ancora ai blocchi Mannion, non avrà per parecchio tempo Abbass e Udoh (e non ha ancora fatto esordire l’ultimo acquisto Sampson), mentre Milano, contro l’Aquila, ha fatto riposare Rodriguez e Hines (i migliori in campo nella vittoria contro Mosca) il nostro discorso iniziale assume dei contorni ancora  più netti. 

Ovviamente, il motivo di questo inizio così tranchant da parte dei due club che, comunque, tutti davano già per favoriti, è figlio di tanti fattori che, uniti uno all’altro, stanno generando questa frattura. Il principale di questi è sicuramente il post covid, che ha costretto alcune squadre a lavorare con meno budget ed “accontentarsi” di giocatori che, almeno sulla carta, sono decisamente inferiori di chi li ha preceduti. Altro punto da non perdere di vista è quello che, oramai, il nostro campionato, è diventato una specie di traghetto da tornei di terza fascia (tipo Belgio, Polonia, Ucraina) verso altri, vedi quello turco, quello tedesco e quello russo, che possono pagare cifre impensabili per i nostri club (esclusi i due di cui stiamo parlando). Per farvi un esempio, Gary Browne, l’ottimo play portoricano di Trento dello scorso campionato, in estate ha accettato un’offerta dal Petkim di Smirne, squadra di seconda fascia turca, che l’Aquila non ha nemmeno pensato di avvicinare.

Detto questo, c’è anche da considerare come Venezia , la terza forza del nostro campionato, stia faticando più del previsto, dopo che molti, prima delle finali di Supercoppa, l’avevano indicata come la squadra più in forma anche perché costruita, da subito, molto bene.

È ovvio che la sconfitta con Treviso non è un indicatore assoluto, ma la Reyer ha mostrato sin da subito un paio di punti deboli che, mettendola a confronto con Virtus ed Olimpia, la fanno partire con l’handicap. Uno è sicuramente la “leggerezza” vicino a canestro, visto che, partiti Fotu e Vidmar che, problemi fisici a parte, erano due armadi sotto il ferro, l’unica aggiunta tra quelli che possano giocare stabilmente da sotto è stata quella del lituano Martynas Echodas, giovane, interessante, ma inesperto e sottostazza.

L’altro tallone d’Achille dei veneti sembra essere il play Tarik Philip, arrivato per rinforzare un gruppo di piccoli che, da troppo tempo, cerca un altro Marquez Haynes. Per lui, sino ad oggi, solo opacità e poche certezze. Per capire meglio se il roster della Reyer può restare quello di questo inizio di torneo o avrà bisogno di qualche ritocco non bisognerà comunque aspettare più di tanto, visto che domenica (su Eurosport 2) Venezia affronterà la Segafredo, in un'immediata rivincita della semifinale di Supercoppa. Da questa partita arriveranno segnali importanti, anche per la Virtus, intendiamoci, ma soprattutto per il futuro a breve dell’Umana.

Guido Bagatta

 

 

GUIDO BAGATTA
Walter De Raffaele

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