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Fare a pezzi un giocattolo del genere, è una mossa molto ardita e rischiosa, che Luca Baraldi, manager esperto e navigato (soprattutto nel mondo del pallone) ha deciso di prendersi, sicuramente calcolando che, almeno per qualche mese, avrà gran parte della gente virtussina pronta a rinfacciargli la stessa, in ogni modo e maniera possibile. A differenza degli scorsi anni, Bologna è adesso la squadra da battere e dopo uno scudetto vinto in un modo così netto ed imperioso (10 a 0 nei playoffs) e per questo, ogni piccolo svarione, sarà visto in modo decisamente differente dal recente passato. Con l’allontanamento di Djordjevic, la Virtus ha anche deciso di spezzare l’asse “serbo” che poi, dovendo mettere in ordine i vari meriti di questo scudetto, è stato, secondo chi scrive, il principale motivo del trionfo contro Milano. Un allenatore differente (anche di passaporto) difficilmente avrebbe aspettato un Markovic flagellato da Covid ed infortuni, per portarlo al traguardo con la forma che abbiamo visto. Sempre un allenatore differente non avrebbe avuto il sostegno (in campo e fuori) di Milos Teodosic, la stella della squadra, quando le cose, in dicembre e ad aprile, sembrava avessero preso una china negativa, praticamente irreversibile.
E se in questo asse ci mettiamo anche Alibegovic, che serbo non è ma che Djordjevic ha portato a giocare (e soprattutto difendere) in maniera superlativa in tre ruoli differenti, possiamo comprendere che, nelle prossime settimane la Segafredo, avrà i fari puntati addosso, e non certo per far risaltare ancora di più i toni colore dello scudetto. Da ieri, a Bologna si parla già (dando per scontato l’arrivo di Sergio Scariolo) di un Markovic al quale non verrà rinnovato il contratto e di un Teodosic che, dopo l’accaduto, qualche pensiero ad esercitare la clausola del suo contratto, che gli permetterebbe di liberarsi dallo stesso con 200.000 euro di penale, lo avrebbe fatto. Staremo a vedere, di sicuro per Scariolo sarebbe stato molto più facile tornare in Italia sedendosi su una panchina un po’ meno “calda” di quella liberata da Djordjevic. Per il ct della Spagna c’è ora in arrivo un’altra delle tante sfide che in carriera ha affrontato e spesso vinto, a partire dal trionfo con Desio in A2 nel 1993 fino all’oro mondiale del 2019 con le furie rosse…. In bocca al lupo, Sergino.
Getty ImagesDjordjevic Virtus Bologna