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NBA Playoffs - Bruce Brown: il ponte di Brooklyn

26 APRILE
SPORT USA

"La classe operaia va in paradiso" è la nuova, breve rubrica di Sport Today, che vuole individuare i cinque gregari che meglio stanno figurando nel primo turno dei Playoff NBA. Il primo giocatore ad entrare nel quintetto della working class è Bruce Brown, tra i pochi a salvarsi tra le file dei già eliminati Brooklyn Nets.

SPORT TODAY

Uno sweep inaspettato e impronosticabile a inizio serie, ma tant’è: i Boston Celtics avanzano al secondo turno dei playoff NBA 2022 eliminando i Brooklyn Nets in quattro partite. Un 4-0 che lascia sbalorditi molti addetti ai lavori (che a inizio stagione davano comprensibilmente Brooklyn favorita per la vittoria finale) ma che non ammette repliche: i Celtics hanno meritato ogni singola vittoria per coralità del gioco espresso in entrambe le sue fasi, difensiva e offensiva. 

Ai Nets invece non è bastato il talento offensivo di Kevin Durant e Kyrie Irving, due tra i più forti attaccanti puri in circolazione, unita a una batteria di tiratori di altissimo livello come Seth Curry, Patty Mills e Goran Dragic. Tra i giocatori fin qui citati, forse solo il fratello di Steph strapperebbe la sufficienza, insieme a Nic Claxton - nonostante l’indecoroso 4/22 ai tiri liberi nella serie - e un orgoglioso Blake Griffin, sebbene sia stato impiegato col contagocce. Chi invece merita qualcosa in più di un 6 in pagella è Bruce Brown, la nota più lieta per Steve Nash nell’arco delle 4 partite.

3&D: tiro da fuori e difesa

Il numero 1 dei Nets è stato il cuore e l’anima della squadra nel corso della serie, agendo da specialista difensivo su Jayson Tatum e ritagliandosi un ruolo importante anche in attacco, attaccando gli spazi senza palla e facendosi trovare pronto per tirare sugli scarichi. Certo a Brooklyn non mancava pericolosità perimetrale dando un’occhiata al roster, ma i miglioramenti di Brown al tiro da fuori sono stati eccellenti: nelle 12 partite disputate nei playoff dello scorso anno, infatti, il nativo di Boston (toh, il destino) ha tirato con il 18% da 3 punti. Nella serie contro i Celtics, le percentuali si sono alzate fino al 43%, prendendosi 3.5 tentativi di media a partita coi piedi oltre l’arco. Nel giro di un anno, per intenderci, Bruce ha fatto capire a tutti che non possono più ‘battezzarlo’ al tiro da fuori, lavorando tantissimo e con risultati straordinari.

Ancora più straordinaria è stato il suo lavoro difensivo, su Tatum in particolare. Lo 0 dei Celtics è stato comunque il mattatore della serie, a partire dal fantastico buzzer beater in Gara 1, perché oltre al talento sta sviluppando una leadership da campione, ma contro Bruce Brown in 1vs1 non ha mai avuto vita facile. La competitività mostrata dal numero 1 dei Nets è certamente il pilastro da cui ripartire per la squadra allenata da Steve Nash, parsa troppo arrendevole soprattutto in difesa. La cultura della giovane franchigia newyorkese non è tradizionalmente votata al lavoro o all’orgoglio quanto quella dei Celtics. E soprattutto non ci si può aspettare da stelle votate alla fase offensiva come Irving e Durant - ma anche dai vecchi leoni come Dragic, Mills e buona parte della panchina - che si sacrifichino per 48 minuti in difesa contro avversari molto più giovani e atletici di loro.

Bruce è troppo solo

Ai Brooklyn Nets servono dei role players, dei giocatori quindi con ruoli meglio definiti e in grado di garantire equilibrio. Più collanti alla Bruce Brown, disposti a immolarsi in campo per la squadra, che giocatori dallo spiccato talento individuale. Più seconde scelte affamate, meno star attempate e prime donne svogliate - ogni riferimento a Ben Simmons non è affatto casuale, anche se l’australiano avrà modo di smentire i media a partire dalla prossima stagione, se vorrà...Tornando a Brown, 42a scelta dei Detroit Pistons al Draft NBA del 2018, si è dovuto conquistare ogni singolo minuto sul campo, nel corso degli anni, senza che gli venisse regalato nulla. Di talento naturale non ne ha mai avuto molto nei polpastrelli: si è costruito completamente attraverso il duro lavoro. La sua storia indica perfettamente cosa servirebbe a questi Brooklyn Nets: ok il fioretto, ma talvolta serve anche la sciabola.

Bruce Brown rappresenta dunque - in senso figurato - il ponte di una Brooklyn ancora troppo divisa e slegata per poter lottare veramente per il titolo.

Steve Nash ha valorizzato il suo ponte, rendendolo un giocatore vero, da playoff, un lottatore dal quale i compagni dovrebbero prendere esempio, ma l’ha lasciato troppo solo ed esposto. Dalla prossima stagione servirà trovare maggiore equilibrio tra fase difensiva e offensiva, per non farlo vacillare ancora al primo turno a causa di una raffica di vento gelido proveniente da Boston... Ben Simmons e il ritorno dall’infortunio di Joe Harris potrebbero bastare per risolvere molti dei problemi strutturali dei Nets di questa postseason.

Quel che è certo però è che come Bruce Wayne ha avuto bisogno di Robin per essere Batman, anche i Nets hanno bisogno di dare manforte al loro ponte, per non farlo crollare. 

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