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La vittoria in Gara - 1, che vale la 17a manche (eguagliato il record di Jonathan Rea e Doug Polen), è difatti la sua prima sul circuito del Santerno: "Non è stato semplice, questo caldo ha creato condizioni peggiori che in Indonesia, perché il tracciato di Imola è impegnativo, lo caratterizzano continui cambi di direzione e staccate; ho gestito le forze, combattendo con la moto nei momenti più complicati".
I 250 giri motore in meno hanno creato qualche problema nei turni di venerdì, ma la cavalcata a suon di triplette, eccezion fatta per il ritiro di Mandalika e di una seconda piazza a Donington, è ripresa inarrestabile: "Ero in difficoltà, ma con piccole e sostanziali modifiche il feeling con la Ducati è subito migliorato; nella prima metà di corsa la pista era scivolosa e ho commesso un errore alle Acque Minerali che mi ha fatto perdere terreno, poi sono andato in testa e tutto ha funzionato al meglio, pneumatici compresi. Non mi aspettavo di vincere a Imola: è sempre speciale vincere per la prima volta su una pista, ma è un successo che non ha significato speciale, al di là della conferma che stiamo lavorando bene. Conta essere forti in ogni pista e in ogni condizione: non possiamo fermarci, ora va migliorato il rendimento del motore ai bassi regimi, è la fase in cui i giri sottratti si avvertono di più".
Razgatlioglu è il primo inseguitore a 93 lunghezze di distanza, il monologo rischia di non avere ostacoli: "Non so se vinceremo tutte le gare, perché, se da un lato controllo la mia situazione, dall'altro ignoro il lavoro delle altre squadre e degli altri piloti; continuerò a pensare alle singole gare, intuendo dove e quando posso spingere in base al grip e alle condizioni della pista. Questo è il segreto, gestire la situazione, non essere veloce: la mia moto mi permette di farlo".
Getty ImagesDucati Aruba, 1a a Imola in Gara - 1