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MotoGP, la favola di Danilo Petrucci

11 MAGGIO
MOTORI

Il pilota ternano prende a Le Mans il posto di Bastianini: "E' un sogno, proverò a fare punti, ma sono già felice così".

SPORT TODAY

Ha spirito d'avventura e infantile entusiasmo, Danilo Petrucci, che domenica ritornerà in sella alla Ducati a Le Mans, dove ha vinto il suo secondo GP in MotoGP tre anni fa, in sostituzione di Enea Bastianini ancora ai box.

Per il pilota di Terni nel frattempo c'è stata nel frattempo l'esperienza in KTM e la Dakar, il MotoAmerica e l'attuale campionato SBK: "Non avrei mai pensato potesse succedere: non capita spesso ti chiamino per salire sulla moto campione del mondo: se è un sogno, non svegliatemi; sarei andato solo per rimettere quella tuta, ma la gara non sarà facile. Il responsabile, in senso buono, è Michele Pirro: lui è il sostituto di Michele Pirro, ma domenica corre nel Civ e così ha suggerito a Marco Barnabò il mio nome; essendo uno dei pochi che ha guidato negli ultimi anni la Ducati, hanno detto sì. Solo a me puoi chiedere di fare una gara senza test E senza provare niente, è da coraggiosi: Bautista a Barcellona mi ha detto che non lo avrebbe fatto, a Le Mans poi è freddo e piove: non ho l'ambizione di fare risultato, vorrei solo andare forte e divertirmi. In Thailandia, quando ho avuto l'occasione con la Suzuki, ero contento di essermene messi dietro due, sarei felice di riuscirci ancora. Ho un vantaggio: mi conoscono e conosco la moto, l'ergonomia, è una evoluzione della mia: credo sia una Ducati migliore, ai miei tempi non tutte le Desmo andavano come adesso. Bagnaia è maturato, il titolo vale consapevolezza: per la prima volta divido il box con un campione del mondo; ha commesso qualche errore, ma è superiore e gli avversari possono dare filo da torcere chi una domenica, chi l'altra. Fare dei punti sarebbe importante, ma so che domenica sarò un pilota felice".

Il feeling con il circuito di Francia è noto: "L’ultima volta in cui ho corso a Le Mans ho vinto con la Ducati, una corsa condotta in testa dall’inizio alla fine: ci aveva provato Dovizioso, ma dopo poche curve sono ripassato all’esterno. Quella vittoria è stata soprattutto un grandissimo sollievo, se al Mugello è stato come esplodere una bomba, lì, anche perché non c’era pubblico, me la sono goduta, e mi sono messo l’animo in pace: il Mugello non era stato l’exploit di un giorno. La sensazione più forte dopo il Mugello è stata quella di restare chiuso un’ora in una stanza al buio in silenzio, provando a realizzare quello che era successo; a Le Mans invece volevo ritornare a casa per cenare in taverna con i genitori. Avevo detto che arrivavo per le nove e mezza, così da ordinarci una pizza, ma fuori dalla superstrada di Terni trovai i tifosi che mi aspettavano per la festa. Una pista magica, ci ho fatto tre podi: arrivando secondo nel 2018 mi sono guadagnato la Ducati ufficiale". 

Nel futuro di Petrucci c'è la difficile annata in SBK: "Temevo di fare fatica, ma non avevo in mente il tema gomme nuove, che non riusciamo a sfruttare a inizio gara; siamo ancora lontani da una soluzione con Barni. Mi piacerebbe vincere almeno una volta e ritornare negli Stati Uniti, puntando al titolo".

 

Danilo Petrucci

Getty ImagesLe Mans è felicità

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