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Oggi la Desmo che domina il Mondiale piloti e costruttori è l'evoluzione di quella avventura 'ruspante' "Solo due pazzi come me e Troy potevano guidare quella Ducati" confessa scherzoso a 'La Gazzetta dello Sport' il pilota di Imola "Fu un momento storico per me e per la Ducati, in quell'anno da esordienti eravamo andati forti nei test; fu per me una sorta di rivincita, Ducati aveva contattato vari piloti, ma presi al volo l'opportunità, scelsi con il cuore. Un'azienda delle mie zone, parlare in dialetto: aveva una storia spaventosa in Superbike, ero certo avrebbero fatto bene".
Al debutto fu solo uno il traguardo tagliato per primi, ma molta la competitività, nonostante un potenziale da plasmare negli anni, sino al dominio di Casey Stoner, da cui ha preso il testimone Pecco Bagnaia: "L'azienda era artigianale, ma aveva le idee molto chiare, il potenziale e la voglia di stupire; arrivavamo in MotoGP con un anno di esperienza in meno degli altri sui quattro tempi, per qualcuno fu uno smacco una Ducati così veloce. Vincemmo solo una gara, ma siamo stati più di una volta protagonisti: vincere su una moto italiana è più bello. La GP3 era tremenda, non perdonava: a volte rivedendo i video mi domano come facessi a guidarla. La moto di Barcellona è sotto una teca di vetro in salotto, la vedo ogni giorno, è un pezzo della mia storia. L'altra è al museo Ducati a Bologna, mi piacerebbe la provassero Bagnaia e Bastianini, era una moto che non andava quasi diritta. Era molto artigianale, parascarico in alluminio e tre telai cambiati al primo test a Valencia, non ne sopportavamo la potenza".
Le Case giapponesi rincorrono la Ducati e le aziende del Vecchio Continente da qualche stagione: "Adesso Ducati, Aprilia e KTM risolvono prima i problemi delle aziende nipponiche, e non è inferiore la loro tecnologia; Pecco è un pilota completo, maturo e molto veloce in ogni condizione, ma siamo a metà campionato e può ancora succedere di tutto. A Barcellona sarà il favorito, chi vuole vincere deve fare i conti con lui".
Getty ImagesAi tempi della Ducati con Troy Bayliss