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Al tavolo da poker del gran casino Dybala (rigorosamente senza accento) ormai sembra di assistere a una scena di uno 007 anni Sessanta: gli sguardi si fanno taglienti, i sorrisi ammiccati e ogni parola viene pesata come un malloppo di fiches. Insomma, il primo che si espone e fa il movimento, si scopre e rischia di perdere la mano e il tavolo.
Ma proviamo a guardare dietro le carte dei partecipanti: per ora ci sono solo due che hanno messo rilanci sul tavolo: c’è l’Inter che ha fatto la sua offerta, accettata nei termini personali da Dybala; c’è Antun che ha avanzato la sua richiesta per commissioni e bonus, e l’Inter non l’ha accettata. E da allora nessuno ha fatto un passo: in fondo balla poco, un paio di milioni, ma se c’è stato bisogno di quattro incontri tra le proprietà di Inter e Chelsea per limare dieci milioni per Lukaku, allora si capisce perché nessuno voglia mollare nulla.
Al tavolo finora questi sono gli unici due giocatori che hanno fatto la loro chiamata; poi ce ne sono altri seduti, che hanno carte in mano, e che finora hanno solo detto ‘chip’: la Roma, il Milan, il Napoli, l’Atletico, ogni tanto passa un inglese o un tedesco e butta un occhio per vedere come va la situazione. Ma per ora nessuno ha rilanciato sull’Inter, anzi vorrebbe perfino dimezzare l’offerta.
Marotta lo sa, Antun pure: il primo che parla tradisce il bluff, e si costringerà a calare le pretese. Ecco spiegate le parole in conferenza dell’ad nerazzurro: ‘rappresenta’, ‘rappresentava’, Marotta ha mischiato le carte e Andreotti fosse vivo gli avrebbe proposto un ministero per il capolavoro di supercazzola. Tutto chiaro? Quasi. Perché nel mercato finché non c’è nero su bianco, può sempre capitare qualcosa, e allora anche se l’Inter ha l’offerta di netto migliore e l’accordo sui termini di Dybala, tuttavia finché non si chiude si lascia sempre margine all’entrata di uno che rilanci e chiuda. Che però finora non solo non c’è, ma nemmeno si è paventato. La variabile è che Dybala ha chiamato i giri e vuole chiudere questa settimana. E Marotta lo sa...
La Juventus ormai si è abituata all’idea di perdere De Ligt, basta che qualcuno porti 100 milioni di €. C’è il Chelsea e il Bayern, ed è un’ottima premessa. Ma il Chelsea finora è arrivato a 40 milioni cash + Werner, e coprire fino a 100 milioni cash è davvero troppo. E il Bayern non vuole spendere più di 70 milioni, con la proposta di integrare con Pavard già respinta. Difficile parta un’asta così selvaggia, e la Juve in verità alla fine si accontenterà anche di 70 milioni (e farà bene).
Anche perché ha sciolto i dubbi su Zaniolo: lo vuole e basta, la Roma lo vende anche perché non rinnova, e la quadratura sul prezzo si può trovare. La Roma ha chiesto Zakaria, ma sulla sua valutazione c’è al momento troppa differenza: la Roma vorrebbe 20 milioni e Zakaria, la Juve non ne metterebbe più di 10 milioni. Palleggiano anche il nome di Arthur, che forse sarebbe anche più utile alla Roma poiché Isco sembra allontanarsi, ma il voler trovare una soluzione da parte di entrambe denuncia come tutte e tre le parti (compreso il giocatore) vogliano chiuderla.
Ma il Milan nel frattempo? Dopo aver festeggiato in maniera surreale il rinnovo dei dirigenti campioni d’Italia a sole due ore dalla scadenza, dopo aver perso Botman e rischiando tuttora di perdere Renato Sanches, almeno si è mosso per De Ketelare: prima offerta però al netto ribasso, 20 milioni + 5 di bonus, quando il Bruges ne chiede il doppio in cash. Ma Maldini l’ha già capito che l’estate non sarebbe stata semplice…
Getty ImagesPaulo Dybala