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Il Diavolo ora brilla di nuovo, scatena la sua ira contro tutte le squadre che provano a frapporsi tra loro e l'obiettivo secondo posto. Hanno totalmente invertito il cammino di un anno fa, quando tra gennaio e febbraio 2023 erano irriconoscibili. E sarà un caso, probabilmente no, che questi successi combacino con il ritorno di Rafa Leao e Olivier Giroud, grandi protagonisti dell'ultima gara contro il Lecce. Il campione portoghese, troppo spesso nel mirino della critica per un'annata difficile, è finalmente riemerso dal limbo in cui stava vivendo. Nelle ultime 18 partite, tra campionato e coppe, sono 8 i gol segnati, 6 gli assist con una partecipazione totale a 14 marcature. In Italia nessuno ha avuto quest'anno gli stessi ritmi, frutto di un'evoluzione che da giocatore a tratti superfluo lo hanno trasformato - di nuovo - in elemento fondamentale per il Milan.
Poi c'è lui, il francese. Al centro di voci che lo portano lontano dall'Italia - con Los Angeles come destinazione - ieri ha lanciato un segnale inequivocabile. Dopo la rete messa a segno a San Siro ha guardato i suoi tifosi negli occhi, urlandogli: Io resto qui! Poco altro da aggiungere, alle parole ha risposto con i fatti, così come sempre in una carriera da gigante del calcio. A 38 anni ha raggiunto per la quattordicesima volta di fila la doppia cifra, realizzando 13 gol in Serie A. Un mese di astinenza - troppo per uno come lui - poi nel momento del bisogno ha risposto presente. Un nove che segna da attaccante e che assiste da numero 10. Non per niente gli assist realizzati fino a oggi sono 8, proprio come il compagno Leao, proprio come il futuro rivale di coppa Dybala. Passa il tempo ma lui non lo sente e il Milan torna grande, nel segno del passato, del presente e del futuro.
Getty ImagesOlivier Giroud esulta dopo un gol segnato con il Milan