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Malesani: "Pochissimi amici nel mondo del calcio"

29 MARZO
CALCIO/SERIE A

Alberto Malesani racconta la sua vita lontano dal mondo del calcio: “So qual è stato l’errore. Ero molto in alto ed ho deciso di andare al Verona”.

SPORT TODAY

Impossibile dimenticarsi di Alberto Malesani, che per anni e’ stato considerato uno dei tecnici più bravi e proiettati nel futuro tra quelli italiani. Purtroppo però, proprio quando le cose sembravano portarlo al definitivo salto di qualità, la sua carriera ha preso una svolta inaspettata che l’ha lentamente portato ad allontanarsi prima dai riflettori del calcio che conta e poi dal calcio in generale.

Nel palmares di Alberto Malesani da allenatore ci sono una Coppa Italia , una Coppa UEFA ed una Supercoppa Italiana , ma questi titoli non gli sono bastati a garantirsi il prolungamento di una parentesi che era partita alla grande. L'ultima panchina risale al 2014, ovvero al  Sassuolo,  mentre oggi si occupa di cose che con il pallone poco hanno a che fare: la sua azienda vinicola.

Malesani , in un’intervista rilasciata a ‘Specchio’, ha spiegato quale è stato il bivio che ha cambiato il volto della sua carriera. “Adesso so qual è stato il mio vero errore. Ero arrivato molto in alto quando ho deciso, per amore di Verona, di allenare l’Hellas. L’errore non fu solo la retrocessione di quell’anno, ma il fatto che nella vita non si deve mai tornare indietro. Me lo hanno detto diversi colleghi. Ho fatto una scelta sbagliata, avrei dovuto guardare avanti. E poi un giorno Rafa Benitez mi ha domandato: “Ma tu ce l’hai un agente? Ce l’hai un procuratore?“. No, non ce l’avevo. I miei sbagli sono stati questi. Ma sono contento lo stesso”.

L’ex tecnico di Fiorentina e Parma ha raccontato quale è stato il momento più bello della sua carriera. “La vittoria della Coppa Uefa a Mosca. Mi tremavano le gambe, avevo la pelle d’oca. Auguro a tutti un momento così”.

Gli amici rimasti al suo fianco sono quelli di una vita, quelli all’interno del mondo del calcio invece rappresentano solo il passato. “Quelli del mio paese, San Michele Extra. Pochissimi nel mondo del calcio. L’allenatore Ezio Sella, qualche giocatore, nessun dirigente. Finché sei a un certo livello ti cercano tutti, poi spariscono. Ma anche questo fa parte del gioco”.

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