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Lotito: "Sarri maestro di calcio, Immobile il nostro capitano". Sul derby…

8 NOVEMBRE
CALCIO/SERIE A

Dal futuro della società alla sfida contro la Roma di domenica: le parole del presidente della Lazio

SPORT TODAY

All'indomani del successo contro il Feyenoord, importantissimo in ottica qualificazione agli ottavi di finale di Champions League, il presidente della Lazio Claudio Lotito ha rilasciato una lunga intervista a Radio Serie A con RDS. Ha preso 19 anni fa i biancocelesti sull'orlo del fallimento e oggi ne ha fatto una società virtuosa: «Sto pagando i debiti creati dai miei predecessori. Sono stato uno dei primi che ha cercato di coniugare i risultati positivi con una sana gestione. Ad oggi la Lazio è una delle società più solide, con un patrimonio immobiliare e un patrimonio giocatori di tutto rispetto. La Lazio ha acquisito credibilità in ambito nazionale ed internazionale. Io ho investito molto anche a livello infrastrutturale, rendendola forte perché voglio tramandarla, voglio che mio figlio, laziale e appassionato, prosegua questo percorso. Enrico è già entrato nel sistema, si occupa del settore giovanile, lavorando alacremente e con dedizione». Poi confessa: «Vivo sotto scorta, ma serve per tutelarmi. Ricevo molte chiamate con minacce di morte, mi capita di riceverne anche 300 al giorno. Una persona normale probabilmente si spaventerebbe, io invece vado avanti sapendo cosa ho fatto per il calcio».

Lotito su Immobile

Il presidente della Lazio ha anche parlato di Immobile, autore del gol numero 200 con i biancocelesti che ha regalato il successo sugli olandesi alla squadra di Sarri, e delle voci di una sua possibile partenza per l'Arabia Saudita: «È il nostro capitano, c'è un rapporto oserei dire famigliare con lui, da parte mia e della società che rappresenta non c'è nessun intendimento di alienarlo. Che lui possa andare in Arabia per me è una sorpresa. È in atto un contratto con lui, quindi bisognerebbe anche trovare un accordo con la società. Il famoso 'pagare moneta, vedere cammello'? Ah vedo che lo ricordate... Per lui nutro un affetto particolare, poi purtroppo nel calcio capitano momenti non altamente positivi. Lui è un ragazzo con sani valori e principi e sono convinto che tornerà ad essere quello che è sempre stato». Tutto risolto con Luis Alberto: «Quando è andato via Milinkovic lui aveva ricevuto una proposta dall'Arabia; io ho ritenuto che potesse in qualche modo incarnare lo spirito dello spogliatoio ed è rimasto». Su Felipe Anderson, in odore di rinnovo: «Lui è un ragazzo d'oro, con il quale ho un'affinità elettiva, c'è un bel rapporto».

Lazio, Lotito loda Sarri

Il numero uno del club capitolino tesse poi le lodi del tecnico Maurizio Sarri: «È un grande insegnante di calcio, una persona particolare, un integralista che però con me va d'accordo. Non abbiamo mai litigato. Semmai abbiamo avuto confronti dialettici, alcuni magari accesi. Penso che abbia stima e considerazione della mia persona e questo lo espresso in un'intervista che mi colpì per le parole utilizzate. Di fronte ad alcune situazioni, chi aveva ragione? Ai posteri l'ardua sentenza. In estate chiedeva Ricci e Berardi e ho tentato di raggiungere questi obiettivi, ma ho ricevuto richieste fuori da ogni logica non solo per la portata economica, piuttosto per il valore del giocatore in relazione dell'età. Abbiamo preso Rovella e non penso che sia inferiore, così come non credo che chi è arrivato sia inferiore a Zielinski che, peraltro, resta sul mercato. Non mi pare che abbia tutti questi compratori. Berardi lo stesso, lo vedo ancora lì. Il percorso è un po' più lungo e lo capisco, Sarri dovrà impegnarsi per valorizzare i giocatori e lo sa fare. Sa insegnare. Ha vinto contro le più forti e perso con le più deboli, per questo i rimproveri sono sulla mentalità. Che sei una grande squadra devi dimostrarlo attraverso la tenuta mentale, esprimendo sempre il cento per cento delle tue potenzialità. Ho visto Milan-Udinese: aggressività, determinazione e concentrazione evidenti da parte della squadra ospite. Sembravano assatanati. Ecco cosa rimprovero alla squadra, perché se scendessero in campo con la mia determinazione che porto avanti anche in altri campi, sarebbe diverso. Puoi avere le idee, ma se non metti cattiveria e furore agonistico, gli altri di sicuro non si spostano»

Lotito e il derby: “Romanisti più caciaroni”

Domenica alle 18 c'è il derby contro la Roma: «Vivo le partite con un'apparente serenità, il mio tumulto è interiore, lo so controllare - ammette Lotito -. Il derby per noi è un campionato nel campionato. È un appuntamento importante e spero che la squadra trovi la compattezza e la forza di esprimersi al 100% per dare grandi soddisfazioni ai comportamenti dei tifosi che meritano un all'insegna del sacrificio, della determinazione e del risultato. Il suo risultato condiziona l'andamento successivo. L'anno scorso due grandi risultati che hanno creato un trasporto da parte della tifoseria verso la squadra molto importante. Il derby al quale sono più legato? La finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013. Il derby è un evento particolarissimo, in città si vive e si soffre. L'altra fazione è più portata a enfatizzare, è più caciarona, ma se non raggiunge l'obiettivo si nasconde e sparisce. I laziali invece sembra, sottolineo sembra, che preferiscano soffrire in silenzio».

Il presidente della Lazio Claudio Lotito

Getty ImagesIl presidente della Lazio Claudio Lotito

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