La terza vittoria in una settimana della Lazio, quella in Coppa Italia contro il Genoa che è valsa la qualificazione ai quarti di finale, porta una firma illustre, quella di Matteo Guendouzi. Arrivato in estate dal Marsiglia, il centrocampista classe '99 sta diventando sempre più indispensabile per Maurizio Sarri e sembra aver preso il posto di Sergej Milinkovic-Savic. Un'eredità pesante che inizialmente avrebbe dovuto raccogliere Kamada, ma il giapponese ex Eintracht Francoforte non è ancora riuscito a imporsi.
Guendouzi, invece, lo ha fatto a suon di corse, inserimenti, sacrifici. Vero e proprio tuttocampista, non si ferma mai e anche se al momento non è ai livelli del Sergente in termini di gol e assist aiuta la squadra in fase difensiva e nel ribaltamento dell'azione. Arrivato a fine agosto, ha fatto il suo esordio al Maradona contro il Napoli entrando al 65' al posto di Kamada, autore del 2-1 biancoceleste. Venticinque minuti di qualità e anche un gran gol poi annullato dal Var per fuorigioco di Zaccagni. Al debutto super, però, non hanno fatto seguito prestazioni dello stesso livello.
Pian piano, però, è poi entrato nei meccanismi e una volta conquistata la titolarità non è più uscito dalla formazione tipo di mister Sarri. Se prima è stato sempre sostituito nella ripresa, ora Guendouzi comincia e finisce sul rettangolo verde: lo ha fatto in campionato contro Roma, Salernitana e Cagliari, in Champions League contro il Celtic e in Coppa Italia contro il Genoa, quando è stato il migliore e ha trovato la prima gioia personale da quando veste l'aquila sul petto. Il giusto premio a un ragazzo che con lavoro e determinazione si è preso la Lazio e ora non vuole più mollarla. È già entrato nel cuore dei tifosi e se inizia a ingranare anche in zona gol allora sì che un paragone con Milinkovic-Savic può reggere.
Getty ImagesMatteo Guendouzi, Lazio