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Euro 2020 si avvia alla fine della fase a gironi e cresce la febbre in vista dell'inizio dell'eliminazione diretta.
Ad accendere l'attesa in vista delle partite secche, al via dal 26 giugno, sono state le dichiarazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, che durante una conferenza stampa congiunta con la cancelliera Angela Merkel si è detto pronto a fare il possibile affinché la finale, in programma a Wembley l'11 luglio, "non venga disputata in Paesi con alti contagi".
Dichiarazioni che non sono piaciute all'Uefa, che poche ore dopo ha prontamente ribadito che semifinali e finale si giocheranno come stabilito a Londra:
"La Uefa, la Federazione inglese e le autorità inglesi stanno lavorando a stretto contatto con successo per organizzare le semifinali e la finale di EURO 2020 a Wembley e non ci sono piani per cambiare la sede delle partite” si legge in una nota della stessa Uefa.
Il "sogno" di Roma di ospitare la finale era però già stato smontato dal presidente della Figc Gabriele Gravina, membro del comitato esecutivo Uefa, che si era pronunciato poche ore dopo l'intervento di Draghi, esprimendo anche preoccupazione per il tutto esaurito registrato nelle partite giocate a Budapest: "Non ci sono le condizioni per poter pensare, sotto il profilo organizzativo, ad una final four a Roma o a Budapest. Il fatto che a Budapest ci sia un ‘liberi tutti’ con 60.000 spettatori senza mascherine è un tema che sta attirando molta preoccupazione. Ci sono in atto una serie di verifiche in atto per capire che tipo di effetti possa generare nell’arco dei prossimi 15 giorni.
Getty ImagesWembley Stadium