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Champions League, Liverpool-Milan atto terzo: gioie e dolori per i rossoneri

15 SETTEMBRE
CALCIO/CHAMPIONS LEAGUE

Legame profondo quello che lega Milan e Liverpool in Champions League. Tra Istanbul e Atene, oggi sarà il primo giorno della nuova storia rossonera.

SPORT TODAY

Appuntamento imperdibile questa sera alle ore 21.00, quando ad Anfield Road andrà in scena Liverpool-Milan, terza sfida tra i rossoneri e i Reds nella massima competizione europea, e per la prima volta non sarà una finale. Finali che hanno regalato ai tifosi del Diavolo sia gioie che dolori, con la dolorissima finale di Istanbul del 2005 e la rivincita di Atene, nel 2007, con l'apoteosi del Milan di Carlo Ancelotti. 

Due formazioni da sogno quelle del Milan nel corso di quelle campagne europee, con esiti davvero diversi. Partiamo però dal principio. Era la stagione 2004/2005, Carlo Ancelotti era il Re di Milano, Kakà stava esplodendo a livelli mondiali e l'attacco rossonero era composta da gente come Sheva, Inzaghi e Crespo. Ai gironi i rossoneri arrivarono primi davanti a Barcellona, Shakhtar e Celtic, per poi eliminare nell'ordine Manchester United (doppio 1-0), Inter (2-0 all'andata, 3-0 al ritorno) e la sorpresa PSV.

I Reds non erano assolutamente la corazzata di oggi, con Gerrard unico vero fuoriclasse in una formazione che neanche in patria era considerata assoluta protagonista. Primo tempo senza storia, Milan 3 Liverpool 0: Maldini, Sheva e Crespo siglano quella che da molti era considerata già una partita vinta. Poi lo psicodramma: nella ripresa il Milan si rilassa, non esce dagli spogliatoi e la squadra di Anfield si scatena segnando 3 gol che mentalmente annientano i rossoneri: tra il 54' e il 60' Gerrard, Smicer e Xabi Alonso trovano la via della rete, il tutto con i tifosi rossoneri muti e i britannici a cantare a squarciagola You'll Never Walk Alone. 

La beffa finale ai rigori, con il portiere Dudek protagonista di un balletto sulla linea di porta che è rimasto leggenda. Disorienta tutti, il Milan non ci crede più, Shevchenko sbaglia un rigore pesantissimo e la Coppa va in Inghilterra. Moltissimi giocatori rossoneri, tra cui il Maestro Andrea Pirlo, hanno confessato di aver pensato addirittura al ritiro dopo quella partita. Ribattiamo qui sotto le parole di due grandi ex, ovvero il pendolino Cafu e Hernan Crespo:

Cafù: "Segnammo tre gol contro una delle squadre più preparate a livello tattico che io abbia mai incontrato e ci rilassammo. Quando subimmo le prime due reti avvertimmo lo schiaffo, poi dopo la terza non potevamo semplicemente credere ai nostri occhi. Una volta arrivati ai rigori, capii che era già persa".

Crespo: "È stato il dolore più grande della mia carriera da calciatore. Mai vissuto qualcosa di simile, né prima né dopo. Non potete nemmeno immaginare cosa ho provato. Vi basti un dettaglio: non ho più voluto rivedere la partita. Ci ho messo degli anni prima di riuscire a sopportare quelle immagini. È stata una coltellata a freddo, ecco il paragone che mi viene da fare".

Ma il calcio è uno sport stupendo perchè offre sempre, davvero sempre, un'occasione di rivincita, e quella possibilità arriva due anni dopo, con praticamente lo stesso Milan, senza più Crespo, con un Maldini a fine carriera ed un Kakà da Pallone d'Oro. Partito dai preliminari contro la Stella Rossa, il Milan distrugge ogni ostacolo sul proprio cammino fino ad arrivare ad Atene per la 52a finale di Champions League/Coppa dei Campioni della storia. Basti pensare alla doppia prestazione in semifinale contro il Manchester United, dove Kakà e Seedorf non fecero mai vedere palla ai Red Devils per due partite. Musica e Magia direbbe il buon Carlo Pellegatti.

In finale, poi, fu la partita di Super Pippo Inzaghi, autore di due gol marchio di fabbrica del repertorio. Nel primo tempo Pirlo batte una punizione dal limite, la palla sbatte causalmente sulla schiena di Inzaghi e finisce in gol. Anni dopo diranno che la cosa era stata provata in allenamento, ma insomma. Nel secondo tempo ecco invece una stupenda azione degna del vero Milan: palla di Kakà in profondità tra il terzino e ii centrale, Inzaghi scatta sul filo del fuorigioco come nessun altro attaccante sarà mai in grado di fare, dribbla il portiere e 2-0. È fatta, i rossoneri hanno avuto la propria rivincita, è la culmine del progetto tecnico di Carlo 

Questo il ricordo di Massimo Ambrosini: "Atene significa Champions League, è chiaro. E poi vittoria, dolore, sofferenza, rivincita, rinascita e... goduria (detto in modo serissimo, ndr). Il succo di quella finale ovviamente era costituito dal fatto che incontravamo l’avversario che due anni prima ci aveva beffato. Quindi c’era anche una gestione particolare della rabbia e della tensione. Però Berlusconi in ritiro fu eccezionale nel portare ottimismo e un po’ di calma. Il suo approccio a un grande evento infonde sicurezza". 

E' la vetta massima che raggiungerà Ancelotti a Milan, che infatti da li a poco se ne andrà, trascinando il Milan in uno stato di mediocrità sportiva che, a parte l'exploit del 2011 merito in larga parte di uno Zlatan Ibrahimovic impressionante, proseguirà fino al 2020, anno della rinascita sotto l'egida di Stefano Pioli. 

Dal Liverpool, al Liverpool, e di nuovo al Liverpool a marcare le linee del destino rossonero. Dall'abisso più profondo all'Olimpo del calcio fino alla rinascita di oggi, 15 settembre 2021. La nuova vita del Milan inizia stasera. Allacciate le cinture.

Milan-Liverpool 2007

Getty ImagesMilan-Liverpool 2007

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