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"Felice per il momento professionale, ma ho imparato a mantenere equilibrio sulle montagne russe che vive un allenatore" esordisce il 58enne tecnico toscano a 'Il Corriere della Sera' "L'impianto della Virtus Bologna è solido, nonostante non ci siano più riferimenti come Teodosic. Siamo una realtà da scoprire: la Supercoppa Italiana lascia l'approccio giusto, si voleva vincere, adesso ritorniamo al lavoro quotidiano. Non ci si può nascondere, Milano e Bologna sono in prima fila, ma altre squadre sono competitive, ci dovremo confrontare con realtà di questo tipo. Il budget ridotto? Non è un gruppo ridimensionato, ma diversamente strutturato, cerchiamo diamanti grezzi da rimodellare. Non mi spaventa l'esonero di Scariolo, noi tecnici dobbiamo portare sempre più i risultati, i giudizi mutano in fretta".
Il successo della Lettonia cede il testimone a un consiglio per l'Italia (e il suo movimento): "Ero ottimista, in due anni abbiamo vinto 15 gare su 16; gli infortuni hanno mortificato un po' l'entusiasmo, ma la squadra ha replicato la sua qualità a dispetto di assenze rilevanti, non era scontato. Abbiamo espresso una buona pallacanestro, l'Italia resta la 'mina vagante', che paga però sempre un prezzo alla carenza di chili, e centimetri. Sarebbe bello vedere Bologna e Milano trascinate da giovani italiani, ma è un percorso a tappe: che giochino giovani italiani o stranieri dipende dall'obiettivo; molti si valorizzano all'estero, ma Spagnolo matura a Cremona e a Trento, lasciando il Real Madrid".
Lo sguardo finale è rivolto alla sua carriera e a qualche porta 'girevole': "Considero vinto lo Scudetto di Siena, è mio tanto quello di Milano. E conto tutti i titoli tolti da viceallenatore. Le esperienze all'estero (Bamberg, Aek Atene, Strasburgo) sono state formative: sono uscito da un'area di comfort, ora sono allenatore europeo, non italiano. Non chiedetemi se sarei potuto tornare a Milano come vice di Ettore, dopo la sciagurata Gara-7 contro Sassari non sono più tornato al Forum sino quando ho allenato Pesaro e ho stretto la mano a Giorgio Armani; sarei orgoglioso un giorno di essere al fianco di Messina. Punterò a fare il pompiere nella rivalità tra Bologna e Milano".
Getty ImagesLuca Banchi