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Per Pozzecco questo incarico è la chiusura del cerchio: "Anche perché non credo che allenerò ancora per molto. Non ho le energie per farlo a lungo. E poi la Nazionale era appunto l’aspirazione massima, e l’ho raggiunta relativamente in fretta. Non so quanti allenatori abbiano il mio stesso rispetto verso i giocatori italiani: sono convinto che possano giocare contro chiunque. Seconda cosa, sono stato l’unico giocatore in Italia a essere escluso per due volte immeritatamente dalla Nazionale, nel ’99 e nel 2003. Ero più forte di quelli convocati al mio posto, ma meno alienabile e più scomodo. La sofferenza per quelle due esclusioni fa sì che ora viva con ancora maggiore responsabilità il mio ruolo".
Infine, Pozzecco ha analizzato la sua Italia e i prossimi obiettivi: "Difficile da allenare perché sono giocatori fatti e finiti, c’è poco da costruire. Potrei avere 12 fenomeni, ma essere privo di un centrocampista o un attaccante. All’Europeo conterà molto la fortuna, beccare l’incrocio giusto con un avversario meno forte. L’obiettivo minimo è creare entusiasmo, soprattutto giocando in casa. La gente percepisce quando si gioca con passione e condivisione".
Getty ImagesGianmarco Pozzecco Italia