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L'unicità di Trae Young

25 GIUGNO
BASKET

Il play di Atlanta, i cui margini di miglioramento sono ancora inesplorati, sta vivendo una stagione magica, al punto da oscurare anche l'Mvp Luka Doncic. Quella scelta di Dallas nel 2018 che fece scalpore...

GUIDO BAGATTA

Qualche giorno prima del Natale 2017, in una serata abbastanza tranquilla e televisivamente vuota, apro la App della ESPN, acquistata quasi solamente per il basket di college. In un orario più che decente (le 22 italiane) il menù offre un Oklahoma-Wichita State, partita che a molti potrebbe dire poco o nulla, ma che a me, al di là del fascino di una discreta rivalità tra i due college, dà l’occasione di vedere per la prima volta dal vivo un ragazzino, al suo primo anno di università, che, a livello di high school, nello stato dell’Oklahoma, aveva fatto tanto parlare di sè.

Il suo nome era Trae Young e, in poche settimane, nell’inverno precedente, era diventato una specie di idolo delle folle, con tanto di appello da parte del governatore dello stato a rimanere "a casa" per la sua carriera universitaria, rifiutando le oltre 50 offerte di borse di studio arrivategli da ogni possibile ateneo. E Young aveva “obbedito”, firmando comunque con uno dei college più conosciuti nel paese o, anche se più per il football che per il basket. In quella partita, Young aveva poi messo 29 punti con 14 assist, portando alla vittoria una edizione dei Sooners non tra le più sfavillanti, nonostante la sua presenza. Qualche mese dopo, Trae avrebbe terminato la sua breve, ma intensa, carriera universitaria come unico giocatore nella storia della NCAA a vincere, nello stesso anno, sia la classifica marcatori che quella degli assist.

Sicuramente Young mi aveva lasciato dentro un'ottima impressione, ma, in giugno, quando Atlanta accettò di scambiarlo con Dallas, preferendolo a Luka Doncic, anch’io, come un milioni di altri, ho pensato che i Mavs avessero fatto comunque l’affare della loro vita e gli Hawks una sciocchezza colossale. Da una parte c’era un 18enne sloveno già formato e destinato a dominare la lega (almeno secondo noi europei e Donnie Nelson, l’allora giemme di Dallas), dall’altra un ragazzino talentuosissimo, ma anche fisicamente molto acerbo, che comunque ci avrebbe messo un po’ , semmai fosse poi accaduto, a diventare una stella della NBA.

Questa sensazione mi  è poi rimasta dentro, almeno sino ad un mese fa, quando Doncic, da solo, non è riuscito a far avanzare i Mavericks nella post season (nonostante un paio di partite da tregenda) con Young che, invece, al suo primo playoffs ha messo a sedere l’entusiasmo dei 18.000 presenti al Garden di New York, eliminando praticamente da solo i Knicks e le loro convinzioni di essere tornati quelli di una volta. Da quel momento in poi, la crescita del “mingherlino “ di Norman è stata letteralmente esponenziale, nelle 13 partite che ha fino ad ora giocato nel playoff. Nella storia recentissima il summit delle sue qualità lo abbiamo visto nella prima partita della finale dell’Est, dove ha scritto 48 sul parquet del Fizerv Forum, portandosi via il fattore campo per i suoi Hawks.

E qui torniamo ancora al paragone con Doncic ed alla scelta del 2018: nonostante tutto, rimango ancora convinto che Dallas abbia fatto la cosa giusta, ma se Young va avanti di questo passo, io come tantissimi altri cominceremo ad avere sempre più dubbi. Anche perché, a differenza di tanti altri grandissimi realizzatori del presente (Lillard, Curry, lo stesso Booker che sta giocando con i Suns un super playoff) Trae è riuscito a mettere insieme quattro doti offensive nelle quali eccelle in maniera assoluta.

Tira da tre da ogni parte del campo, va al ferro che è un piacere, passa divinamente, ma, soprattutto, ha un tiro dalla media che ricorda quello di un giocatore anni ottanta, quando il “mid range” reggeva ancora il passo coi tempi. Nessuno degli altri citati qui sopra (ai quali siete liberi di aggiungere chi volete) ha un poker simile in tasca, ma soprattutto ancora dei margini di miglioramento così ampi come lui. Il che, in soldoni, potrebbe anche voler dire che la prossima vera stella del firmamento NBA stia andando già adesso in scena, con un falco stilizzato sul bordo dei calzoncini.
 

GUIDO BAGATTA
Trae Young

Getty ImagesTrae Young, leader degli Atlanta Hawks rivelazione dei playoff 2021

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