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L’assurdo caso Moraschini

3 GENNAIO
BASKET

Il giocatore dell’AX Milano è stato squalificato perché ritenuto colpevole di aver assunto uno spray cicatrizzante, contenente una sostanza che può eventualmente essere anche rilevata dai test anti doping.

SPORT TODAY

Come giornalista, ma soprattutto come appassionato di basket, rimango basito di fronte alla sentenza con cui il tribunale nazionale antidoping (TNA) istituzione in cui tutti dovremmo credere ciecamente, in tempi dove il doping corre più dell’ anti (doping), ha condannato Riccardo Moraschini.

Il giocatore dell’AX Milano è stato squalificato per un anno, perché ritenuto colpevole di aver assunto, per via cutanea, il Trofodermin, uno spray cicatrizzante che contiene una sostanza che, se usata a lungo, può eventualmente essere anche rilevata dai test anti doping.

Già, se ci fermassimo qui, il tutto avrebbe un alone di assurdità, visto che se uno si vuole dopare, non lo fa certo con uno spray, per curarsi una abrasione.

Ma proseguiamo.

Il TNA ha condannato Moraschini, nonostante sia stato appurato che la sostanza di cui sopra, fosse stata acquistata da un altro atleta ,dietro regolare presentazione di ricetta medica, con il quale il “Moarsca” sarebbe venuto successivamente a contatto durante una attività fisica. Oltretutto è stato dimostrato che, la guardia di Milano, non era assolutamente a conoscenza che l’altro sportivo, stesse utilizzando la crema in questione.

E siamo alla seconda assurdità, palese, mi sembra, visto che, nel caso, si starebbe parlando di un “doping da contatto”.

Ma il massimo, lo si raggiunge con l’ammissione da parte del TNA, che la positività di Moraschini (riscontrata il 6 ottobre scorso alla fine di una seduta di allenamento al Forum di Assago)…… non sia dovuta ad un fatto intenzionale, ma che risalga ad un qualcosa del tutto involontario.

Personalmente, ho avuto bisogno di rileggere queste ultime righe (il cui concetto è contenuto nella sentenza) almeno un altro paio di volte, tanto sono assurde e contraddittorie. Nonostante questo dato di fatto, ad un giocatore fino ad oggi “immacolato”, perfetto da sempre per il suo modo di comportarsi dentro e fuori dal campo, persona integerrima per tutti, ma dico tutti, avversari, compagni, allenatori o semplici appassionati, si ferma la carriera per un anno intero, in pratica segandogliela in due, nel momento più importante della stessa.

Non so che cosa abbiano pensato o creduto i giudici del TNA, da sempre in prima linea per combattere il vero doping, di sicuro mi sembra che, in questo caso, abbiano partorito una sentenza assurda, anche perché, per tutti quelli che (e sono tantissimi) oggi sfoglieranno i giornali o navigheranno siti ed app in maniera distratta, Moraschini rimarrà impresso come “un dopato”, punto e basta. E non basterà neppure il tribunale dell’appello, se, come ci auguriamo, ribalterà questa sentenza (come era già capitato, sempre a Milano, con Christian Burns), per riabilitare completamente il nome di Riccardo. Come sempre accade nella cronaca, la prima notizia (di colpevolezza) e quella che conta nella ragione comune, l’eventuale e successiva assoluzione, passa via molto più velocemente, senza lascare traccia nella memoria comune.

Così, anche per cercare che, almeno stavolta, tutto ciò non accada, Ricky, almeno da queste parti, siamo tutti con te, pronti a festeggiarti in campo, una volta che questo brutto sogno sarà finito e tutti ti potranno rivedere mettere un paio di triple delle tue (magari con la maglia azzurra) accompagnate dal tuo meraviglioso sorriso.

Riccardo Moraschini

Getty ImagesRiccardo Moraschini

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