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Melli ha rilasciato una bellissima intervista a Sky Sport in cui ha parlato un po' di tutto, iniziando ovviamente dalla grande vittoria degli Azzurri di Roberto Mancini:
"Ieri sera l’ho guardata da solo a casa, sul divano, mangiando una pizza d’asporto perché stiamo per partire per le Olimpiadi e quindi ho il terrore di risultare positivo al COVID. Per questo mi sono chiuso in casa - ovviamente ho festeggiato, perché quello che hanno raggiunto è stato un risultato clamoroso - però ho preferito farlo in solitaria per non rischiare in nessun modo di essere contagiato".
Una vittoria, quella azzurra di Mancini, che magari può insegnare molto anche alla nazionale di pallacanestro in vista delle Olimpiadi di Tokyo:
"Prima di tutto ci tengo a precisare che non sono “il leader” della Nazionale: secondo me la forza dell’Italbasket sta nel gruppo, ognuno porta il proprio mattoncino. Io al massimo sono uno dei più esperti, ecco. La lezione è che tutto è possibile: l’Italia di Mancini ha avuto un percorso complicato per riuscire a vincere l’Europeo. Nel mezzo della competizione il miglior giocatore della Nazionale - Leonardo Spinazzola - si è infortunato, però sono stati bravissimi a sostituirlo, a tenere alta la concentrazione. Ieri onestamente c’è stata solo una squadra in campo: basta guardare soltanto al possesso palla per capire che il dominio è stato clamoroso. Perdere sarebbe stato un peccato, una beffa. Ripeto: insegnano che tutto è possibile: hanno affrontato tante avversità e sono riusciti lo stesso a vincere. Questa è la lezione".
Nicolò Melli è tornato in Italia dopo l'esperienza in NBA, e chissà cosa si porterà indietro dagli States e cosa potrà aggiungere all'organico dell'Olimpia:
"Non so se posso definirli insegnamenti: ancora una volta ho imparato ad apprezzare ogni momenti che si ha la fortuna di vivere. La mia avventura in NBA, tra i suoi alti e bassi - una stagione in cui ho giocato di più, una seconda in cui ho trovato meno spazio - resta comunque un’esperienza fantastica che mi ha arricchito sia umanamente che come giocatore. Anche se non ho trovato spazio in campo, in allenamento c’ero sempre e ho ricevuto grande attenzione e partecipazione da parte dello staff. Mi porto in dote in Europa una bellissima esperienza che non tutti hanno la fortuna di poter dire di aver fatto. Spero di essere un giocatore migliore di quello che due anni fa decise di lasciare l’Europa per andare in NBA".
A 30 anni, quello di Melli all'NBA sembra un definitivo addio piuttosto che un arrivederci:
"Ho 30 anni, ho firmato un contratto per tre stagioni con una squadra ambiziosa che ha grandi obiettivi davanti a sé: direi che alla fine di questo accordo sarò un bel po’ avanti con l’età. Non si può mai sapere, mai dire mai, però credo che sia inverosimile immaginare che io possa tornare negli Stati Uniti a giocare. Anche per una semplice questione anagrafica. E poi sono davvero contento di essere qui a Milano: il modo in cui mi ha parlato coach Messina mi ha reso molto orgoglioso e mi ha stimolato. Sono concentrato sulla nuova esperienza all’Olimpia e speriamo di toglierci un bel po’ di soddisfazioni".
In ultimo, viene chiesto a Melli se sta seguendo le Finals NBA:
"Sì sì, sto seguendo con grande attenzione, anche perché da una parte c’è uno dei migliori compagni di squadra che io abbia mai avuto che è Jrue Holiday, mentre dall’altra c’è un gruppo che dall’anno scorso - dall’avventura nella bolla di Orlando - ha sempre trasmesso qualcosa al di là della pallacanestro. Phoenix è una squadra che ha un’aura particolare. Poi hanno Riccardo Fois in panchina che è un mio amico: tifo perché lui possa coronare questo sogno. Non guardo in diretta le partite, ma seguo tutto: guardo gli highlights, le giocate, leggo cosa è successo [...] Jrue è un giocatore straordinario per tanti motivi, ma una delle sue doti migliori è quella di saper fare così tante cose sul parquet che, anche quando non fa canestro da fuori, riesce a essere determinante per la sua squadra. È uno dei migliori difensori della lega, un giocatore altruista. Certo, in una lega come la NBA è fondamentale trovare il fondo della retina, e il fatto che ci sia riuscito si è visto anche dal risultato di squadra in gara-3. Conoscendo tutto il lavoro che svolge in palestra, avendo visto il dietro le quinte, sono convinto che lui può passare 2-3 partite un po’ negative, ma prima o poi salta fuori perché oltre alle qualità tecniche, ha anche notevoli qualità umane".
Getty ImagesNicolò Melli