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Gigi Datome è oggi il miglior giocatore italiano di basket “pound for pound”.

18 FEBBRAIO
BASKET

Ovviamente non scopriamo adesso le qualità di Gigi ma, forse anche perchè quest’anno è tornato a giocare in Italia, le stesse ci sembrano ancora più marcate

GUIDO BAGATTA

Come direbbero quelli che si occupano di boxe, Gigi Datome è oggi il miglior giocatore italiano di basket “pound for pound”.

Ovviamente non scopriamo adesso le qualità di Gigi ma, forse anche perchè quest’anno è tornato a giocare in Italia, le stesse ci sembrano ancora più marcate.

O magari, a 34 anni, ha raggiunto il summit della sua carriera, e noi ne stiamo godendo le…conseguenze.

C’è chi, al top, ci arriva a 25, chi a 30, chi (pochi a dire la verità) più tardi grazie al completamento di una maturazione anche mentale che talvolta, non è necessariamente legata a quella fisica, che arriva ovviamente, molto prima.

Sta di fatto che il Datome che oggi va in campo con l’Armani è il “Gigi perfetto”, il giocatore che ogni allenatore vorrebbe poter avere tra le mani.

Al di là dei numeri, che parlano da soli e non hanno bisogno di commenti, quello che impressiona di più di lui nella sua versione milanese è come stia in campo, come comandi il gioco anche quando la palla non ce l’ha, come difenda su qualsiasi tipo di avversario trovandosi spesso a dover accettare switch davvero improbabili.

Se poi vogliamo scendere ancora più nei dettagli, credo che il suo rilascio cadendo all’indietro, partendo spalle a canestro, sia ad oggi il movimento offensivo più difficile da marcare nel nostro campionato, reso ancora più arduo dalle percentuali disumane che ne vengono fuori, disarmanti, già sulla carta, per un qualsiasi difensore.

Se poi a tutto questo aggiungiamo che, quando Milano è a ranghi intatti, Datome parte spesso dalla panchina, addirittura come settimo uomo (il sesto è Rodriguez) l’opera magna del ritorno imperiale dell’ex Fenerbahce diventa veramente qualcosa di unico e singolare.

Magari sbaglierò io, o forse nei suoi cinque anni ad Istanbul, il sistema di Obradovic lo esaltava sì, ma non come quello di Messina , ma l’MVP delle Final Eight di Coppa Italia è davvero quel giocatore che in Italia mancava da troppo tempo.

Recentemente, qualcuno, con la memoria molto lunga lo ha paragonato a Renzo Bariviera, giocatore anche lui davvero unico nel suo genere, stella di Milano e Cantù a cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta. Accostamento non del tutto azzardato anche se il “grillo” saltava di più, avendo però meno tiro da fuori (a quei tempi, poi, non esisteva la linea dei tre punti).

Gigi, invece quel tiro da fuori, ed anche ben oltre la linea “italiana” da 3 punti, c’è l’ha eccome, ennesimo dettaglio che in determinate serate lo rende davvero immarcabile.

E proprio per questo, tra i mille motivi che quest’anno hanno fatto svoltare Milano (vedi Hines, Delaney, Punter, la sorpresa Leday) “Il Gigi 2021” mi sentirei proprio di metterlo in cima alla lista.

Guido Bagatta

 

 

GUIDO BAGATTA
Luigi Datome

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