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Nel 1972 si dichiara eleggibile per l'NBA e viene scelto come secondo assoluto dai Buffalo Braves, che altri non erano se non gli odierni Los Angeles Clippers, coi quali in quattro stagioni e mezzo vince il titolo di Rookie of the Year nel 1973, quello di MVP della regular season nel 1975 con 34,5 punti e 9,7 rimbalzi di media, e tre volte quello di miglior marcatore dal 1974 al 1976, sempre restando oltre i 30 punti a partita.
Nel 1976-1977 per McAdoo comincia una lunga serie di trasferimenti: prima ai New York Knicks, poi ai Boston Celtics, ai Detroit Pistons, ai New Jersey Nets e quindi, nel 1981-1982, ai Los Angeles Lakers, con cui vince subito l'anello NBA da sesto uomo, ripetendosi poi nel 1984-1985. Ma al termine di quella stagione i gialloviola non gli rinnovano il contratto, lui approda a metà del campionato successivo a Philadelphia, proprio la franchigia contro la quale aveva perso la finale NBA del 1983, dove gioca solo 29 partite di regular season e 5 dei playoff contro Milwaukee.
A questo punto, insoddisfatto di quest'ultima esperienza nella città dell'amore fraterno, nel 1986 a 35 anni arriva in Italia, nella squadra di casa nostra più forte del momento, l'Olimpia Milano allenata da Dan Peterson, dove è l'arma in più di un quintetto stellare composto da Mike D'Antoni, Roberto Premier, Ken Barlow, Dino Meneghin e lui medesimo, e dove la panchina ha rincalzi del calibro di Franco Boselli, Vittorio Gallinari, Fausto Bargna e un giovanissimo Riccardo Pittis. Il primo è un anno trionfale: McAdoo e compagni guidano le scarpette rosse, sponsorizzate Tracer, al "triplete": Coppa Italia, Coppa dei Campioni e scudetto.
L'anno successivo, con Peterson che lascia la panchina al suo vice Franco Casalini, c'è il trionfo bis in Europa ma anche quello in Coppa Intercontinentale, poi, nel 1988-1989, sponsor Philips, l'ultimo successo, lo scudetto vinto a Livorno contro l'Enichem in una gara-5 della finale che ancora tutti ricordano. Nel 1990-1991 Bob passa a Forlì per un biennio, chiudendo poi la carriera a Fabriano nel 1992. In sette stagioni trascorse in Italia le sue medie parlano di 27,0 punti e 8,9 rimbalzi, con un massimo di punti a partita di 31,7 nella sua prima stagione a Forlì. Un campione straordinario, che forse in NBA non fu valorizzato come meritava ma che in Italia, nella sua seconda carriera, fu capace di fare la differenza anche oltre i 40 anni.
Getty ImagesBob McAdoo