Anche se tra la Serie A e l'appagamento dei tifosi, che è rappresentato dal suo inizio, c'è di mezzo ancora un Mondiale (e sarà l'addio alla pallacanestro di capitan Datome), il calendario stuzzica fantasie, anche se la leggenda Dan Peterson, nel suo corsivo su 'La Gazzetta dello Sport', racconta quanto gli addetti ai lavori prendano con le pinze il simbolico varo: "Sappiamo ciò che tutti volevano sapere, quando si rigiocherà la finalissima tra Milano e Bologna: all'11a giornata! Bene che non si giochi troppo presto, le due macchine da guerra della nostra pallacanestro così hanno tempo per rodaggi, cambi, esperimenti, decisioni, conferme.. Il calendario è utile per le società, che organizzano l'utilizzo del palazzetto e le trasferte, e per i tifosi, che hanno un argomento di conversazione, ma per giocatori e, soprattutto, allenatori, ha meno importanza: le avversarie si devono sfidare due volte e a questo punto i roster non sono completi; se Milano prende Mirotic, se Bologna perde Shenghelia? E se una squadra ambiziosa prende un top? Lavori in corso, dunque: non un cantiere aperto, ma un lavoro di rifiniture importanti".
Il coach per eccellenza non può esimirsi dal primo pronostico, restringendo infine il campo a una analisi della coppia d'assi sul tavolo: "Le mie previsioni: penso a una finale tra Milano e Bologna, ma ho minori certezze di questo rispetto all'ultimo biennio; nel passato si sono imposte alcune squadre meno quotate di loro, come la Reyer Venezia e Sassari, poi Trento e Reggio Emilia hanno sfiorato lo Scudetto, è mancato un passaggio giusto. Milano è più solida: va rimpiazzato Napier, uomo di personalità, esperienza e certezza; Pangos, o chi per lui, deve mettere in campo questo. Tutto inizia dal play: Messina ha le idee chiare, chi non difende non gioca. Bologna dal canto suo è più atletica: hanno fatto il colpaccio con Polonara, uno che gioca da ala piccola, ala grande e centro; garantisce atletismo, difesa, punti ai felsinei. Vedo più giocatori che giocano bene quattro gare su cinque e meno che ne giocano bene una su quattro: non è poco, è tutto. Ha giocatori che vincono le partite anche se non fanno canestro: sono i veri killer".
Getty ImagesFinals 2023