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Basket, Pozzecco: “Mondiale equilibrato, no ai naturalizzati in Nazionale”

12 AGOSTO
BASKET

Il commissario tecnico dell'Italia sulla competizione iridata: “Ho contato almeno 12 Paesi in grado di imporsi”

SPORT TODAY

Alla vigilia dei Mondiali di basket, il commissario tecnico dell'Italia Gianmarco Pozzecco ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Ha parlato di una competizione molto equilibrata, in cui in tante possono vincere il titolo iridato, e ha chiuso la porta ai naturalizzati.

Ecco le parole del Poz: “La realtà rimane immutata. Se mi svegliassi e scoprissi che, per dire, ha vinto la Germania, non mi stupirei; ma non mi stupirei nemmeno se la Germania finisse 12esima. Ho contato almeno 12 squadre in grado di imporsi: sarà un Mondiale equilibrato. Riallacciandomi alla precedente domanda dico che l’Italia è cresciuta, anche per il legame che i ragazzi hanno con la maglia azzurra. Ho scelto un gruppo che lavorasse per un’identità in vista del Mondiale. C’era il rischio che qualcuno ne approfittasse, sentendosi sicuro del posto? No, il giocatore italiano è responsabile".

Non ci saranno Paolo Banchero e neanche Darius Thompson: “Paolo Banchero ha fatto la sua scelta, legittima: giocare per gli Usa. Abbiamo fatto di tutto per averlo, siamo stati anche sfortunati: senza il Covid avrebbe vestito l’azzurro. Il presidente Petrucci, dopo che Darius Thompson ha rinunciato, ha dichiarato che non si punterà più sui naturalizzati? D’accordissimo con lui: è il dirigente numero uno dello sport italiano. È la favoletta della volpe e dell’uva? Per i naturalizzati la Nazionale è un’opportunità. Ma quando lo diventa di meno, cambia tutto. Thompson, brava persona, non può poi avere lo stesso sentimento di Spissu, che rappresenta la Sardegna”.

La famiglia e le ambizioni: “Mia moglie Tanya è a Valencia con Gala, la bimba. Quando le vedo in videochiamata fatico a non entrare nel telefono. E a me spiace che i ragazzi non abbiano ancora conosciuto la loro… sorellina. Un allenatore ha due strade: o prepararsi a giustificare un potenziale disastro, perdendo però il rispetto dei giocatori, o vivere il sogno con loro. Scelgo la seconda opzione".

Gianmarco Pozzecco

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