Basket, l'ammissione di coach Pozzecco: "L'azzurro è una scarica elettrica"

La chiusura del raduno a Folgaria porta gli azzurri alla prima uscita ufficiale nella Trentino Cup contro la Turchia e coach Gianmarco Pozzecco spiega a 'Il Corriere dello Sport' il significato dei colori che i suoi difenderanno al Mondiale ormai al via: "La Nazionale è una scarica elettrica, quando ho esordito in azzurro, tra l'altro nella mia Trieste, ero tramortito".

Le prime impressioni sulla massima manifestazione che regalerà all'Italia un girone abbordabile corrono parallele all'identità ricercata dalle sue convocazioni: "Sarà un Mondiale differente dall'Europeo, incideranno atletismo e fiisicità: le squadre continentali hanno i loro tratti distintivi, se io mi sto impegnando a dare un'anima e un profilo a una squadra in cui credo tantissimo, il mio fantastico staff è al lavoro, su Angola, Repubblica Domenicana e Filippine, avversarie di cui si sa molto meno. Le convocazioni? Tante esclusioni sono frutto di condivisione tra me e chi è rimasto fuori, nella mia Italia si punta più sulla squadra e meno sull'individuo: l'ultima scelta è la mia. il mio centro sarà Melli, giocatore unico che sa corpire ogni ruolo, è inarrivabile nel mischiare talento e intelligenza, non scherzo quando dico che è il più forte cestista della pallacanestro di casa nostra; indicherà la strada per gli altri lunghi, trasmette a me e ai compagni forza e serenità".

Un altro monumento come Datome è infine al passo d'addio: "Quando ho giocato nel 2008 ad Avellino la mia ultima gara con Capo d'Orlando, coach Sacchetti a 3' dal termine mi regala gli appalusi e gli abbracci del pubblico, dei compagni e degli avversari, con il baby Bruttini che non riesce ad alzarsi in lacrime: vorrei che Datome vivesse un momento così".

Getty ImagesVerso il Mondiale 2023