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La sconfitta con l’Australia, ci ha fatto capire un cosa che sapevamo tutti, ma che avevamo fatto quasi finta di aver dimenticato: la pallacanestro, senza un (o anche due….) pivot di ruolo, alla fine ti punisce, ed è quello che è successo contro i Boomers. Tra l’altro, se vogliamo proprio andare a vedere, la Germania che abbiamo battuto in apertura dei giochi, era messa meglio da sotto dei nostri avversari di questa mattina, ma i lunghi australiani hanno capito decisamente meglio contro chi si stavano misurando ed alla fine il tutto, ha pagato. Nascosti tra i loro rimbalzi d’attacco ci sono almeno cinque “Tap out” che hanno deciso il match, contro i quali i nostri “falsi centri”, atletici si, ma meno potenti, hanno potuto fare ben poco. Ed dai quei “tap out” sono poi uscite le triple che, alla resa dei conti, ci hanno steso.
So che con il senno di poi è molto facile parlare e giudicare e che la nostra olimpiade non è affatto finita qui, anzi: però, visto che non abbiamo naturalizzati in formazione e considerato che la nostra terra madre non produce da tempo, centri intesi come tali, la federazione in questi anni avrebbe potuto e dovuto provare a cercarne uno “estero”, che potesse e volesse sposare il nostro progetto. Non c’era bisogno di un crack, ma solo di qualcuno che li sotto ci faccia pagare meno dazio, ogni volta che c’è la possibilità di riprendersi la palla, coi rimbalzi in difesa, nostro vero tallone d’achille.
Comunque con l’Australia è andata in questo modo ed ora ci giochiamo tutto contro una Nigeria che ha perso ancora (con la Germania) è che, per rimanere a Tokyo dovrà cercare di batterci per poi eventualmente guardare (con noi) la successiva partita tra tedeschi ed australiani.
La squadra africana è per ora la più grande delusione di questo torneo, nel quale è arrivata con tanti buoni auspici e con il biglietto da visita della bella vittoria in pre-season contro gli Stati Uniti. Nonostante un allenatore come Brown e una pletora di giocatori che hanno appena concluso la stagione NBA, la Nigeria ha per ora giocato come le formazioni africane che l’anno preceduta nella storia di questi giochi. Grande potenziale atletico, ma molta confusione in campo con tanti, troppi tiri da fuori e pochissimi palloni sotto, dove, qui si, i lunghi ci sono eccome. C’è ora da sperare, che, anche contro di noi, il trend continui su questa china, altrimenti potrebbero essere dolori. E sarebbe davvero un peccato, perché un torneo olimpico così equilibrato ed aperto non se lo aspettava nessuno e non sarà facile ritrovarne uno simile, già da Parigi, fra tre anni.
Contro la Nigeria, facendo soprattutto tesoro di quanto abbiamo visto contro l’Australia, ci servirà recuperare il Gallinari dell’esordio, piuttosto di quello poco incisivo di stamattina, tra l’altro usato anche in modo tatticamente strano da Sacchetti. Più palle (e minuti) al Gallo e più palloni da giocare spalle a canestro per Melli (ma anche Ricci) e Polonara, che da tre o quattro metri, possono aprire meglio la scatola africana, di una gragnuola di tiri da tre che, alla fine, sono sempre un’arma a ….“triplo” taglio.
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