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Lo svizzero, nel corso del torneo, ha perso un solo set opposto al nostro Filippo Volandri nei quarti e sembra, inoltre, aver già superato lo scoglio più arduo rappresentato dall’altro spagnolo Juan Carlos Ferrero, testa di serie numero 2 a Roma, costretto al ritiro in semifinale sul punteggio di 6-4 4-2 per Re Roger.
Dall’altra parte, il nativo di Barcellona ha compiuto una vera e propria impresa nel raggiungere l’atto conclusivo dell’appuntamento romano con ben quattro successi ottenuti al set decisivo con David Nalbandian (n. 11), Albert Costa (n. 7), Ivan Ljubicic (futuro coach dell’elvetico) ed Evgenij Kafelnikov.
In definitiva, la tavola sembra apparecchiata per il primo trionfo nella capitale italiana del campione svizzero contro un avversario che ha speso tantissime energie nel corso della settimana e appare, pertanto, destinato a recitare il ruolo di vittima sacrificale.
Il 1° set si svolge, invece, sul filo dell’equilibrio sino al 5 pari prima dello sprint decisivo dello spagnolo che si aggiudica la frazione per 7-5; a quel punto, Federer perde completamente il bandolo della matassa e si arrende con il netto punteggio di 6-2 nel 2° set. La stanchezza comincia però a farsi sentire anche per Mantilla, con un terzo set che si spinge sino al tie-break; la sensazione è che, nel caso Roger riesca ad accorciare le distanze, darebbe poi il via alla rimonta contro un tennista più debole e ormai in riserva di energie, ma le sorprese non sono ancora terminate e Felix trionfa incredibilmente per 10 punti a 8, conquistando così il titolo più importante della sua carriera.
Da quella storica vittoria, il rendimento dell’iberico cala in modo drastico e l’allora 28enne non riesce più neanche a raggiungere una finale del circuito ATP, chiudendo a quota nove successi in carriera, ottenuti tutti sulla terra battuta, con un trionfo così inaspettato a rappresentare il punto più alto di un percorso tutto sommato mediocre.
Per quanto riguarda Roger Federer, la convinzione è che l’appuntamento con la prima vittoria a Roma sia soltanto questione di tempo; tuttavia, lo svizzero non riuscirà più a sbloccarsi al Foro Italico con altre tre finali perse nel 2006 e nel 2013 contro Rafael Nadal, mentre nel 2015 è Novak Djokovic ad infrangere il suo sogno.
Fa senza dubbio una certa impressione il fatto che Re Roger sia ancora a “zeru tituli” nel Belpaese, ma abbiamo motivo di credere che questa mancanza faccia perdere il sonno allo svizzero, capace di aggiudicarsi ben 20 tornei dello Slam. E spiace doverlo ammettere, ma per i tennisti stranieri il nostro Masters 1000 non possiede, purtroppo, lo stesso appeal dei quattro Slam, specialmente di quel Roland Garros dove proprio Roger riuscirà a prevalere nel 2009 in finale contro lo svedese Robin Soderling, giustiziere di Nadal negli ottavi, mettendo a frutto la lezione imparata sei anni prima a Roma contro Felix Mantilla.
getty imagesFelix Mantilla