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Sogno Azzurro, da Mancini a Bonucci: le parole degli Azzurri

7 GIUGNO
CALCIO

Bellissima iniziativa da parte della RAI per accompagnare i tifosi azzurri verso Euro 2020.Per 4 serate, sarà possibile seguire il percorso della nazionale in questi mesi che ci hanno portato all'Europeo.

SPORT TODAY

Nella prima puntata della Docu-Serie Sogno Azzurro, in onda su Rai 1, alcuni protagonisti della nazionale di calcio hanno parlato del percorso di avvicinamento ad Euro 2020, che prenderà ufficialmente il via l'11 giugno con la partita, all'Olimpico di Roma, tra Turchia e Italia.

Come riportato dal sito della RAI, "dal 7 aI 10 giugno, alle 20.30 su Rai1, per la prima volta il pubblico potrà entrare dentro la vita privata degli Azzurri a Coverciano. Grazie a un accordo con la Figc, per 10 mesi le telecamere hanno seguito i giocatori della Nazionale e tutto lo staff, riprendendoli sui campi d’allenamento, negli spogliatoi, nel corso di riunioni tecniche e momenti di relax".

Alcuni dei protagonisti che hanno preso la parola nel corso di questa prima puntata sono, per esempio, il tecnico Roberto Mancini, il portiere titolare Gigio Donnarumma, il difensore bianconero Leonardo Bonucci, il centavanti Ciro Immobile, oltre agli assenti Nicolò Zaniolo e Moise Kean.

Riportiamo di seguito alcune delle dichiarazioni più interessanti degli Azzurri, a cominciare dal tecnico Roberto Mancini:

"I giocatori se ne accorgono se non sei competente. L’obiettivo era quello di riavvicinare i tifosi italiani, un po’ allontanati dalla Nazionale. Abbiamo provato a dare un cambio nella mentalità. Ho trovato tanti giocatori con personalità, nonostante tutti pensassero che avrei faticato a metterne undici in campo. Non solo Bonucci e Chiellini, anche Jorginho e Barella per esempio hanno personalità. Se sanno cosa fare hai più facilità a tenerti in contatto. Ho accettato la Nazionale perché la mia vita è sempre stata una sfida, per le qualità che avevo da calciatore non ho mai vinto niente in azzurro e sento il bisogno di una rivincita. Ho giocato a vent’anni ai massimi livelli, questo mi dà la possibilità di trasmettere ai giocatori le mie competenze. La prima regola è fare gol e non subirne, ma per formare un gruppo è fondamentale lo spirito di squadra. Le cose fino a oggi sono andate bene per questo. Sono molto contento di avere Vialli qui con me, ho passato con lui i migliori momenti da calciatore. Ci lega qualcosa più che un’amicizia, siamo come fratelli… Luca però è sempre stato più maturo di me. Spero che Immobile e Belotti possano fare come noi, anche se non giocano ora nella stessa squadra sono molto affiatati. Dipenderà da me però, dovrei metterli insieme fin qui invece è stata difficile (ride, ndr). Io l’Italia fuori da un Mondiale non l’avevo mai vista, è la prima delusione che abbia mai vissuto. Ogni tanto mi piace lasciare liberi i ragazzi. Sono orgoglioso della mia squadra quando gioca bene, andare in Olanda e sentirsi applaudire per il gioco credo sia soddisfacente per tutti, dopo cent’anni in cui siamo passati per difensivisti. Dobbiamo fare il massimo per riportare l’Italia in cima al mondo".

Mentre Bonucci esalta il legame all'interno del gruppo azzurro, dicendo che: "Se hai i giocatori dalla tua parte, puoi chiedere qualsiasi cosa e sai che loro saranno pronti a dartela", Ciro Immobile, una delle due punte titolari dell'attacco di Mancini, parla del proprio modo di giocare e ricorda la sciagurata sfida con la Svezia nel 2017:

"Ho una personalità forte. Nello spogliatoio se ho da dire qualcosa lo faccio. Mi faccio sentire molto. Non sono molto dotato tecnicamente, ma dove non ci arrivo con la tecnica ci arrivo con la forza, la tenacia la cattiveria. La gara con la Svezia del 2017? L’ho vissuta con tristezza e con pensieri molto negativi. Non avevo più voglia di giocare era una tristezza troppo grande da gestire".

Anche Gianluigi Donnarumma, portierone titolare e successore di Gigi Buffon tra i pali della nazionale, può dimenticarsi per un po' dei propri patemi di calciomercato:

"Sono timido e tranquillo ma in campo mi piace cambiare carattere, gli avversari devono sentire la tua presenza. Quello di Italia-Svezia è un ricordo brutto, l’ultima partita di Buffon… Fai fatica, ma devi dimenticare per costruire qualcosa di nuovo. Giocare con la maglia della Nazionale è comunque il sogno di tutti".

Per finire, le parole di due giocatori che, per motivi differenti, non faranno parte della spedizione azzurra. Il primo è Nicolò Zaniolo, che Mancini avrebbe sicuramente portato (e infatti lo ha portato fino all'ultimo)m ma che due crociati rotti di fila non hanno reso abile alla convocazione:

"Dopo l’infortunio Mancini ha cercato di rincuorarmi ma sapevano tutti quale fosse il referto. Eppure mi diceva che era solo una distorsione… Mi voleva solo far stare tranquillo. Proveremo a riportare l’Italia dove merita, non è quella vista con la Svezia prima del Mondiale 2018 ma quella degli ultimi mesi".

Per poi concludere con Moise Kean che, invece, non ha semplicemente passato il taglio del Mancio dopo un'ottima stagione al PSG:

"Dopo l’eliminazione dal Mondiale l’obiettivo di tutti era quello di rialzarci ed è il gruppo che fa la forza di questo nazionale. La scelta dell’azzurro? I miei genitori sono nati in Costa d’Avorio, ma io sono nato in Italia e fin dalla prima volta che ho visto un Mondiale ho subito sognato di indossare questa maglia".

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