"Ha da passà 'a nuttata!", diceva il grande Eduardo De Filippo nel celebre film del 1950 "Napoli Milionaria". Una frase che calza a pennello quando tutto sembra andare male. Sì, perché in fondo al tunnel c'è sempre la luce, quella che gli azzurri di Francesco Calzona sembrano intravedere. Da quando il tecnico calabrese ha preso il posto di Walter Mazzarri i campioni d'Italia hanno collezionato due pareggi e altrettante vittorie. Dopo l'1-1 nell'andata degli ottavi di finale di Champions League al Maradona contro il Barcellona e quello beffardo al fotofinish all'Unipol Domus di Cagliari, gli azzurri hanno piegato con un netto 6-1 il Sassuolo nel recupero della 21ª giornata e battuto a Fuorigrotta la Juve per 2-1. Segnali di ripresa importanti dopo una prima parte di stagione disastrosa.
I campioni d'Italia sono lontani otto punti dal quarto posto ma promettono battaglia fino all'ultima giornata. Fuori agli ottavi in Coppa Italia (4-0 contro il Frosinone in casa) e sconfitto in finale di Supercoppa italiana a Riad contro l'Inter, il Napoli punta a dare l'assalto al piazzamento Champions e arrivare più avanti possibile nella coppa dalle grandi orecchie. Con il 55enne di Vibo Valentia al timone l'ottimismo è cresciuto e sembrano essere tornati d'attualità alcuni movimenti e schemi che parevano fossero ormai entrati nello spartito della squadra. Vice di Sarri e Spalletti al Napoli, Calzona ha deciso di dare spazio alla fantasia, liberando così i terminali offensivi Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia. Con 11 e 9 reti sono i principali marcatori della rosa in campionato, la quarta miglior coppia della Serie A. Le percentuali schiaccianti relative al possesso palla, contro una formazione di vertice come la Juventus, hanno restituito l’immagine di una squadra che almeno in termini teorici si è ritrovata. Ha ripreso l’attitudine alla gestione dei ritmi, attraverso movimenti ed esecuzioni in entrambe le fasi.
Ora la squadra si muove in maniera più armonica, tutti seguono lo stesso spartito: se Politano e Kvara si accentrano alla ricerca della conclusione o del passaggio filtrante, Osimhen scappa in profondità per trovare il pertugio giusto costringendo così la difesa avversaria ad abbassarsi e talvolta a collassare su di lui lasciando un più ampio raggio d'azione ai compagni. Insomma, se gli esterni tagliano il nigeriano allunga; viceversa, le ali si aprono ricercando la superiorità numerica sulle fasce, sfruttando il supporto dei terzini. Il Napoli sta crescendo, lo dicono anche i numeri in termini di punti e reti realizzate: gli azzurri con Calzona hanno messo a referto nove gol nelle ultime tre partite, le stesse trovate con Mazzarri ma in dodici sfide. Se "il buongiorno si vede dal mattino", con Calzona a' nuttata sembra ormai passata.
Getty ImagesVictor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia, Napoli