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Rafa e Kvara vanno a una velocità differente, sia nella testa che nelle gambe. Per un motivo o per l'altro, tuttavia, entrambi hanno vissuto lunghi momenti di calo in questa stagione. Il georgiano ha patito l'estasi post scudetto e un campionato che si è adattato alle sue caratteristiche, con squadre ormai allenate al raddoppio sistematico nonché all'utilizzo di metodi poco ortodossi per metterlo fuori dalla partita. E come se non bastasse, la lontananza dal suo partner d'attacco Osimhen lo ha paradossalmente spaesato e gli ha tolto sbocchi e tracce che lo scorso anno venivano quasi automatici.
Leao continua invece a essere più preda di se stesso che di chissà quali limitazioni tattiche. Il portoghese si accende e si spegne continuamente: quando è connesso è imprendibile, ma se esce dalla partita diventa un giocatore pigro e indolente, per non dire dannoso soprattutto quando eccede in inutili leziosismi. Limiti non facili da superare perché provenienti da un'indole di un certo tipo: se in Rafa si cerca un soldato, si è nel posto sbagliato. Proprio per questo in primis Pioli lo ha rinominato nuovamente "genio", quasi a condensare la necessità di dover godere degli incredibili pregi di un giocatore unico, accettandone però i difetti. Proprio come Kvara, con il quale sarà battaglia. e una gioia per gli occhi.
Getty ImagesRafael Leao, Milan