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Lazio, Lotito show durante la presentazione di Baroni: lo sfogo del presidente

8 LUGLIO
CALCIO/SERIE A

Il numero uno del club biancoceleste è un fiume in piena: le sue parole su Sarri, Tudor, Luis Alberto e i tifosi

SPORT TODAY

Giornata di presentazioni: mentre a Casa Milan Paulo Fonseca pronunciava le prime parole da nuovo allenatore rossonero, nella Capitale la Lazio mostrava ai media la nuova guida tecnica della prima squadra, Marco Baroni. Dopo l'addio di Sarri e Tudor la scorsa stagione, i biancocelesti ripartono dal tecnico fiorentino, reduce da due splendide salvezze conquistate sulle panchine di Lecce ed Hellas Verona. Al suo fianco Claudio Lotito, un vero e proprio fiume in piena: «È l'occasione per fare il punto della situazione e fugare una serie di considerazioni che non corrispondono alla realtà che leggo sui giornali e sento in radio - commenta il patron dei capitolini -. La Lazio non sta ridimensionando, sta riorganizzando cercando di valorizzare il merito. La scelta dell'allenatore Baroni è una scelta pensata, voluta e basata sulla valutazione tecnica della qualità della persona e sul progetto che la Lazio intende intraprendere su una squadra che si baserà sulla forza fisica e sulla corsa. Il calcio è cambiato, in passato si cercavano le bandiere ma adesso le bandiere non si vedono nelle altre squadre. Sono stato uno dei pochi a voler mantenere dei punti fermi, ma poi le scelte dei giocatori sono state diverse e non legate a delle discussioni con la società, ma scelte individuali che non sono legate all'affetto per la maglia biancoceleste. Ci stiamo basando su un allenatore che non corre dietro alle teorie, chi merita gioca, chi non merita non gioca, e non gioca solamente un giocatore per il nome che ha, il posto si guadagna in campo. Questa è la filosofia e questa mancanza di applicazione ha portato all'allontanamento di due allenatori, e ci tengo a sottolineare che non ci sono stati problemi con la società, anzi hanno sottolineato come i giocatori debbano mettersi al servizio della società. Deve essere premiato il merito, giocatori del passato come Di Natale all'Udinese che ha rifiutato qualsiasi offerta, oggi il calcio è cambiato, viene meno l'attaccamento alla maglia per interessi economici. Noi vogliamo riportare una squadra organizzata, efficiente e propositiva, che faccia spettacolo dove i giocatori scendono in campo per dimostrare il loro impegno con la maglia sudata, cosa non accaduta in passato».

Lotito: "Gioca chi merita". Poi la frecciatina a Luis Alberto

«La Lazio non ha fallito - continua Lotito -, è in Europa League e ha perso con le squadre meno attrezzate, non c'è un problema di potenzialità della squadra, ma di spogliatoio, di testa e di capacità di mettersi in discussione. Questo ha portato alle dimissioni di Sarri in primis e successivamente di Tudor, alla luce anche di uno striscione che è stato esposto e che non fa onore a chi lo ha suggerito. Noi vogliamo riportare al centro del nostro progetto l'interesse della Lazio, chi vuole restare può farlo, chi non vuole farlo va via ma alle condizioni della Lazio. Noi in campo vogliamo mandare chi merita, se è bravo scende in campo, se non è bravo non scende in campo. Abbiamo preso dei giocatori dopo una scelta pensata e confortata anche dall'allenatore, giocatori che hanno forza fisica e voglia di fare. Alcuni giocatori neanche sapevate chi fossero, adesso è uscito un nome ricorrente che non abbiamo preso per 20 minuti di disguido (Greenwood, ndr). Nella vita però di giocatori, direttori e allenatori ce ne sono quanti volete, mancano i presidenti. In Marco Baroni abbiamo trovato una persona di qualità morali eccezionali, per Baroni parlano i risultati. Doveva essere la panchina d'oro, se l'è guadagnata sul campo con il Lecce e il Verona, non ha avuto la fortuna di mettersi in mostra in un altro palcoscenico e oggi ce l'ha. Gioca chi merita e chi è in grado di fare la differenza, chi non è in grado non gioca. Per il mercato, contrariamente a quanto scritto da qualcuno, la Lazio non ha speso 30 milioni ma 40 perché c'è anche l'IVA più le commissioni, noi lavoriamo in base a quello che serve a noi. La Lazio lavorerà per costruire una squadra competitiva, lo era già lo scorso anno ma non lo era a livello di spogliatoio e la dimostrazione è l'addio di alcuni giocatori che hanno deciso di abbandonare la nave. I giocatori hanno dimostrato di poter durare circa 3 anni in un club, noi credevamo che potessero ancora esistere le bandiere. A me dispiace solo per Felipe Anderson, abbiamo fatto un'offerta molto competitiva, lo ha riconosciuto anche lui, ma ha fatto una scelta di vita e ha deciso di tornare a vivere in Brasile». 

Le parole di Lotito 

Il presidente della Lazio traccia poi un bilancio sulla passata stagione: «Il tema è molto semplice. Noi avevamo come obiettivo la Champions. Abbiamo perso la prima partita con il Lecce, poi con il Genoa. Abbiamo perso anche con la Salernitana. Qualcuno si è lamentato perché non giocava e poi si sono create determinate situazioni. Tudor, che ringraziamo, ha trovato delle persone che avevano comportamenti non attinenti alle sue esigenze e gli ha dato una raddrizzata. Ha tenuto fuori diversi calciatori nelle ultime partite. Chi gioca solo per se stesso non gioca, come ha detto Baroni. Deve essere premiato il merito. La scelta dei giocatori sono quelle che hanno le migliori performance fisiche. Gli altri si devono adeguare, altrimenti stanno fuori. Allora lì c’è gente che decide di andarsene. Poi Luis Alberto. Ha avuto i soldi che voleva, perché sapeva che si trovava in una condizione di difficoltà. Il calcio è cambiato, c’è un altro modello. Sarri e gli acquisti? Se prendevo Berardi ero morto, lui voleva Ricci, noi abbiamo speso 25 milioni per Rovella. Poi vediamo chi sarà meglio dei due. Poi ha preso Pellegrini che voleva lui, come avevamo fatto con Hysaj. Il nostro errore è aver mantenuto dei calciatori che non davano il massimo. Poi abbiamo dovuto ringiovanire la squadra. I giocatori ormai hanno una vita di 3 anni nelle società, perché il turnover cambia la presunzione che senza di me non si può fare niente. Se all’interno della squadra hai persone che non remano dalla stessa parte, hai dei problemi. Kamada? Il procuratore ha chiesto 2.5 milioni per il rinnovo di un altro anno, ma io devo fare gli interessi della società, siamo quotati in borsa. Stasera andremo in Campidoglio per parlare dello stadio, devo costruire una società stabile. Se vedi gli altri presidenti, hanno una vita di 6-7 anni con quella società, poi se ne vanno. Oggi la Lazio invece ha una forza istituzionale e politica che prima non c’era. La Lazio ha una forza patrimoniale di 250 milioni, ma questo nemmeno lo sapete. I patti quando si fanno vanno mantenuti, infatti è vero, la colpa è la mia. Adesso ripartiamo dai giocatori che hanno fame. L’anno scorso Greenwood era stato preso, purtroppo è saltato per un disallineamento tra il mercato della Premier League e la Serie A».

Claudio Lotito

Getty ImagesLotito in tribuna durante una partita della Lazio

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