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Lui e il regista nerazzurro sono legati da un passato familiare simile: nati entrambi in Germania, l'interista a Mannheim, vicino all’Alto Reno, lo juventino a Ratisbona, hanno scelto la nazionalità dei padri e proprio con la Turchia di Vincenzo Montella sono entrati in contatto per la prima volta. Calha, come fatto con Thuram ad Appiano Gentile, lo ha preso sotto la sua ala fin dal primo momento. Il 18enne bianconero ha subito avuto un impatto incredibile segnando uno splendido gol nel 3-2 alla sua Germania. Domenica a San Siro si ritroveranno uno di fronte all'altro da avversari.
La centralità dell'ex Milan nell'undici di Simone Inzaghi non è una novità: Calhanoglu è infatti il primo difensore, il regista che intreccia la trama nerazzurra, un rifinitore sopraffino e, dettaglio da non sottovalutare, lo specialista dei calci piazzati. Dal dischetto è una sentenza: 13 su 13 da quando è arrivato a viale della Liberazione e sette su sette in stagione, record a livello europeo. A questi si aggiungono quelli messi a referto su azione al Maradona contro il Napoli e all'U-Power Stadium contro il Monza che portano a nove il numero di centri che ne fanno il secondo miglior marcatore della squadra alle spalle di Lautaro Martinez, persino davanti a Thuram, a quota otto. Allegri sa che se riuscirà a schermare il turco la manovra nerazzurra ne risentirà, pertanto sta studiando il modo per limitarlo il più possibile. In casa Juve l’interista non spaventa soltanto da fermo, ma anche quando ha la palla al piede e lo spazio per tirare. Appena cinque centrocampisti nei campionati europei hanno calciato da fuori più di 30 volte, lui è uno di quelli.
Dall'altro lato, Inzaghi conosce relativamente poco Yildiz, rimasto in panchina nel match d'andata a fine ottobre a Torino e alla prima in assoluto alla Scala del calcio. Il 18enne ha impiegato appena 12 minuti per trovare il gol alla sua prima da titolare, lo scorso 23 dicembre allo Stirpe contro il Frosinone, poi è stato un crescendo: a segno negli ottavi e nei quarti di Coppa Italia contro Salernitana e ancora i ciociari, è diventato l'uomo in più di Max che lo alterna al resto degli attaccanti mettendolo dal primo minuto o a gara in corso. Insomma, Yildiz è un fattore per la Juve e potrebbe esserlo anche al Meazza. Il moto perpetuo, la ricerca continua del dribbling, il volere la palla sempre e comunque sono insidie pericolose per la linea a tre di Inzaghi. Spazio al campo: che lo spettacolo abbia inizio.
Getty ImagesKenan Yildiz, Juventus