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Dopo l'assist a De Vrij a Lecce e Frattesi contro la Dea, Sanchez ha servito ad Asllani - anche lui si aggiunge alla cooperativa del gol nerazzurra - un pallone illuminante per sbloccare una sfida piuttosto complessa. Un gol arrivato, ironia della sorte, proprio mentre i tifosi entravano in curva dopo mezz'ora di "sciopero". Pochi minuti dopo il Nino si è preso in mano il pallone per calciare il rigore concesso, dopo revisione al Var, da Ayroldi per fallo di Frendrup su Barella. Lautaro Martinez, da vero capitano, dopo aver fallito il penalty contro l'Atalanta - ottavo errore su 22 tentativi da quando è all'Inter - si è fatto da parte lasciandogli la sfera. Palla da una parte e Martinez dall'altra, con il cileno che torna così ad esultare in campionato a 650 giorni di distanza dall'ultima volta (6 maggio 2022 contro l’Empoli).
Questo straordinario finale di stagione potrebbe cambiare un futuro che sembrava già scritto. Il classe '88 è uno abituato a vincere e quando chiamato in causa ha sempre dato il proprio contributo. Con una Champions League extra large per via del nuovo format e il maxi Mondiale per club da giocare negli Usa nel giugno 2025, la sua permanenza ad Appiano Gentile è tutt'altro che da escludere. Con Marotta e Ausilio che hanno già piazzato il colpo a parametro zero dal Porto Mehdi Taremi, Sanchez diventerebbe il quinto attaccante per Simone Inzaghi (da valutare la posizione di Valentin Carboni, al momento in prestito al Monza). Così come fatto a inizio stagione, il cileno potrebbe dunque firmare un nuovo accordo annuale con un ingaggio leggermente abbassato rispetto ai 2,8 milioni attuali. Il Nino Maravilla è tornato e ora l'Inter non può più farne a meno.
Getty ImagesAlexis Sanchez, Inter