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Del Piero e la crisi della Juventus: "C'è confusione, situazione preoccupante"

1 NOVEMBRE
CALCIO/SERIE A

L'ex capitano analizza il momento complicatissimo dei bianconeri: "Problemi e difetti più profondi di quello che pensavamo".

SPORT TODAY

La sconfitta di Verona, la seconda consecutiva dopo il ko interno contro il Sassuolo, ha fatto precipitare la Juventus al nono posto in classifica a braccetto proprio con gli scaligeri e con l'Empoli, altra formazione capace di imporre la sconfitta ai bianconeri.

Per la formazione allenata da Massimiliano Allegri i numeri sono impietosi: 15 punti in 11 giornate (eguagliata la partenza a rilento della stagione 2015-'16) e soprattutto un desolante -16 dalla vetta del campionato occupata dal tandem Napoli-Milan che, di fatto, esclude già la truppa zebrata dalla corsa al tricolore.

L'ex capitano e bandiera della Juve Alessandro Del Piero è intervenuto a 'Sky Calcio Club' per analizzare il difficile momento del club sabaudo:

"Alla Juve in questo momento mancano diverse cose. Quest’anno c’è stato un altro cambio, il terzo in tre anni. Ci sono state situazioni non solo di squadra e questi cambiamenti pesano un po’ nell’ambiente Juventus. L’ambiente Juve è un ambiente che ti porta a non accontentarsi, devi sempre vincere e tutto è esageratamente esploso nel bene e nel male. Di conseguenza quando passa un momento del genere è difficile".

Le scelte dell'ultimo triennio:

"Quando venne rimosso Allegri dichiarò che la squadra era da rifondare. Sarebbe curioso capire perché ci siamo orientati sulla strada Sarri prima e Pirlo poi ed entrambe sono state cambiate. Poi c’è stata la scelta forte di Agnelli che ci ha messo la faccia con Allegri. Bisogna capire se questa squadra è stata rifondata o se ha bisogno tempo. In Champions ha avuto un passaggio importante, ha dimostrato grandissima personalità, era concentrata, poi di nuovo un blackout. E’ una situazione preoccupante. Minimo ci vuole la conquista dell’Europa per quest’anno. Ci ha sorpreso con rimonte incredibili, ma oggi mi viene difficile pensarle". 

Compattezza. La ricetta per ripartire:

"Probabilmente all’interno sanno quali parti meritano più attenzione. Oggi la cosa peggiore che può capitare alla Juve è che ci sia un attacco verso giocatori, società e allenatore. Quando ci sono momenti di crisi, bisogna stare uniti. Pensare che l’allenatore non capisce niente, che quel giocatore non corre, che la società non c’è mai sono iniezioni di veleno che fanno male a tutti". 

La partenza di Cristiano Ronaldo:

"Non lascerei troppo da parte Cristiano Ronaldo. Lascia la Juve negli ultimi giorni di mercato, ma era un giocatore da 30-35 goal. Condiziona la squadra, lo sappiamo tutti, anche i giocatori. Di punto in bianco ti trovi in una realtà diversa. Non è una giustificazione, ma i conti si fanno anche così. Quando eri abituato ad avere giocatore che ti risolve le partite nelle partite più importanti e che devi vincere, l’ambiente si adatta a questo. Sono dinamiche all’interno della squadra che hanno un certo tipo di peso. Anche lo stesso Allegri all’inizio disse che doveva ricostruire più di quanto pensasse. La Juve ha patito all’inizio, poi si è aggiustata un po’, ora sta ritrovando problemi e difetti che sono più profondi di quello che pensavamo". 

Il ritorno di Allegri:

"Noi ci ricordiamo di Allegri di tre anni fa e la Juve di tre anni fa dove molte partite le bastava giocare 25 minuti per vincere 3-0. Ora arrivano da due anni difficili, l’anno di Sarri è stato vissuto male dall’ambiente juventino nonostante lo scudetto, c’erano dubbi sin dall’inizio. La Juve tre anni fa era la squadra più forte, tutti lo sapevano, e questo permetteva di giocarsi qualche jolly. L’anno scorso l’Inter vince il campionato e rompe l’egemonia dando un messaggio: si può battere la Juve. Quando parliamo di campioni, c’è anche l’aspetto psicologico che fa la differenza". 

È cambiata la filosofia della Juve:

"Credo che la Juve negli ultimi dieci anni e mezzo abbia fatto cose straordinarie ed è passata già da alcuni cambi importanti generazionali. Mi ricordo il centrocampo con Pirlo, Pogba, Vidal e Marchisio, all’epoca il meglio che c’era. Nel corso di questo cambio generazionale ci sono stati certi tipi di acquisti e di stabilità. Due anni fa qualcosa è cambiato mandando via ad Allegri e cercando un cambio in panchina di un altro tipo. Si è data una svolta di rinnovamento che è continuata nella società con Marotta, poi con Pirlo e Paratici. Tante volte ha fatto alla grande, per ora si evidenzia qualcosa di più grande di non avere l’attaccante che ti fa 30 goal perchè è andato via Ronaldo all’ultimo minuto o che l’allenatore non ti fa giocare bene e non ti dà personalità. C’è qualcosa di più. Credo ci sia un po’ di confusione in diversi aspetti. L’ambiente della Juve è di altissimo livello ed è difficile affrontare certe situazioni. Bisogna rimboccarsi le maniche".

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