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La vittoria sul Napoli che riporta l'Inter al secondo posto, poche ore dopo il momentaneo sorpasso dell’Atalanta, non basta per riportare il sorriso ad Antonio Conte.
Per la prima volta nella propria carriera di allenatore di vertice in Serie A, il tecnico salentino non ha vinto lo scudetto, andato ancora una volta alla Juventus.
Così neppure i 79 punti con cui l’Inter, a 90 minuti dalla fine della stagione, si mette in scia a quella del Triplete di José Mourinho, sono sufficienti per scongiurare un altro sfogo di Conte, dopo quello clamoroso seguito al pareggio contro la Roma, con al centro la discussione sulla stesura dei calendari.
Anche se i destinatari non sono stati esplicitati...: "Mi rendo conto di portare delle aspettative, mi rendo anche conto di essere una persona che viene spesso attaccata. A me dispiace, perché sono sempre una persona onesta e sincera, ci metto grande passione. Quando non si racconta la verità per attaccare la mia persona, questa cosa non mi piace, mi dà fastidio".
"Ho visto ancora miglioramenti, anche perché abbiamo affrontato una squadra forte, l’unica che in questi anni è riuscita a mettere in difficoltà la Juventus - ha aggiunto Conte - Merito a noi, che abbiamo fatto una buonissima partita. Giocavamo anche dopo rispetto all'Atalanta, che aveva vinto, ed eravamo obbligati a vincere per tornare al secondo posto, che come detto non è una posizione troppo bella, perché a vincere sono stati altri, ma alla quale teniamo. Abbiamo dato una bella risposta, da squadra compatta”
La stagione non è ancora finita: "Ho dovuto fare un po' di calcoli oggi per fare la formazione, anche per arrivare nella migliore condizione possibile contro Atalanta e Getafe. Vedo il bicchiere mezzo pieno, sono positivo. È bello finire la stagione in questo modo contro un avversario che in questi anni è cresciuto in maniera esponenziale e che oggi è una realtà".
Infine, una battuta sulle voci su Messi: "Sarà più facile spostare il Duomo che portare Messi all'Inter"...
GettyAntonio Conte