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Nato il 5 agosto 1996 a Iyo City, nella prefettura di Ehime, è entrato a far parte del Sagan Tosu, la sua prima squadra professionistica (passando per la Kyoto Higashiyama High School e la Gamba Osaka Junior Youth). È da lì che nel 2017 è stato acquistato per 1,5 milioni dall’Eintracht Francoforte, che poi lo ha prestato per una stagione in Belgio al Sint-Truiden inBelgio. In quella esperienza ha mostrato tutte le sue qualità, andando addirittura a segno in 16 occasioni. Inevitabile il rientro alla base, dove è diventato un punto fermo e ha conquistato la convocazione nella nazionale giapponese, arrivata per la prima volta nel marzo 2019.
PREGI E DIFETTI
Kamada è un giocatore dotato di un’ottima struttura fisica, con 184 centimetri d’altezza distribuiti su una corporatura snella e compatta. È agile nello stretto e non disdegna il contatto fisico. La sua buona tecnica di base, la visione di gioco e il tiro dalle media distanza sono alcune delle sue armi migliori, ma in Germania è riuscito anche a sviluppare le qualità da interditore, diventando una mezzala completa e capace di interpretare al meglio entrambe le fasi. È il classico calciatore che gioca per la squadra, al tempo stesso capace di numeri di qualità. Tra l’altro è anche uno specialista dei calci piazzati, sia per quanto riguarda le punizioni, sia nei calci di rigore.
Per quanto riguarda i difetti, questi sono più che altro a livello caratteriale e mentale. Kamada, infatti, tende a volte a perdere la concentrazione nel corso dei 90 minuti, soprattutto quando non viene troppo coinvolto nel gioco. Ha bisogno di essere stimolato, non a caso in Germania è stato spostato nei due in mezzo al campo del 3-4-1-2, così da essere sempre nel vivo della partita.
CURIOSITÀ E ANEDDOTI
Quando era bambino, ha provato a entrare a far parte della JFA Academy Fukushima, dove si riuniscono i ragazzi più promettenti di tutto il Giappone. Dopo essere arrivato all’ultimo step, però, è stato scartato. Alla telefonata in cui è stata comunicata questa decisione ha risposto proprio lui, per questo suo padre Mikio rientrando a casa lo ha trovato in lacrime. Per consolarlo gli ha detto che così funzionava la vita, che ci sono delle situazioni in cui non si può far altro che accettare la decisione di altri. Ma Daichi, che in giapponese significa "grande saggezza", già all’epoca aveva altre idee per il suo futuro e il giorno dopo ha deciso di iscriversi all’accademia del Gamba Osaka, dove ha iniziato il suo percorso calcistico.
Kamada non è esattamente il primo giapponese della storia della Lazio. Prima di lui, infatti, un certo Zaizen Nobuyuki ha partecipato nel 1995 al ritiro della squadra biancoceleste a Kiroro, in Giappone. Con quella maglia ha disputato due amichevoli, ma non è stato mai tesserato. Il “Primo Samurai” della Lazio, insomma, è a tutti gli effetti Daichi.
Getty ImagesKamada