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In una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport' George Weah racconta il lavoro di guida politica e riporta la memoria ai successi calcistici, che lo hanno legato a doppio filo con il Milan di Silvio Berlusconi: "Lo sport è importante per tenere i ragazzi nei posti giusti, lo sport è educazione; ho dimostrato che chi viene dal mondo sportivo può realizzare progetti in un altro ruolo e ho dato ragione al presidente Berlusconi che credeva sarei stato un buon presidente per il mio Paese. Lui non era per me 'solo' il presidente del Milan, o il presidente del Consiglio dell'Italia: quando sono arrivato dalla Francia ho giocato il 'Trofeo Berlusconi' e ho sbagliato un calcio di rigore, mi criticarono, ma disse che avrei fatto la storia rossonera e abbiamo vinto il Pallone d'Oro: è difficile venire in Italia visto il mio incarico, lavoro tra Liberia e Bruxelles, ma amo parlare in italiano con i miei figli".
La Liberia è al centro del suo mondo, anche quello sportivo: "Timothy troverà la sua strada nel calcio europeo, siamo orgogliosi di lui, incluso George Jr che ha smesso per i problemi al ginocchio: ha segnato con gli USA contro il Messico; invito gli osservatori a venire in Liberia, non fermatevi a Costa d'Avorio, Nigeria, o Camerun: ai tempi andai proprio qua, prima di tentare l'avventura europea, adesso Gono è andato all'Udinese e potrebbe aprire un nuovo cammino ai nostri talenti. Sogno ancora la Liberia al Mondiale, sfiorammo nel 2002 la qualificazione: ci siamo invece qualificati due volte in Coppa d'Africa, ora sono vecchio e ho la pancia, anche se quando gioco faccio fare tanti gol".
C'è un giudice per ogni attività, si chiama 'tempo': "Paolo è un campione, a lui ho detto -Non ti abbattere, tutti i lavori sono così, han bisogno di risultati; il lavoro che ha svolto non si disperderà, ci vuole tempo. Guardiola è bravissimo, ma quanto ha impiegato a vincere la Champions League con il Manchester City? Ha grandi capacità, avrà successo come dirigente. L'Inter ha giocato bene: non capisco come mai Lukaku sia partito dalla panchina; un campione se non è al meglio è bene che cominci e poi magari esca, a me è capitato con il PSG, ho fatto gol in Champions League e sono stato richiamato in panchina".
Per un ragazzo un calciatore può ancora essere un modello di vita, in uno sport profondamente cambiato: "Messi e Cristiano Ronaldo sono esempi per un ragazzo: il primo parla poco e lavora per la squadra, il secondo è professionista esemplare; il calcio è veloce, meno violento di prima, c'è minore ostruzionismo. Le mie squadre? Atletico Madrid e Juventus: amavo Platini, mi auguro Timothy prima o poi venga da voi, mi è rimasto nel cuore il rispetto ricevuto dai tifosi di ogni Club".
Getty ImagesTra Milan e Liberia