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Virtus: quale futuro dopo l'impresa?

14 GIUGNO
BASKET

Bologna City torna a comandare il basket italiano dopo il clamoroso sweep delle V Nere ai danni dell'Olimpia. I meriti di Djordjevic e quella svolta in gara 3 contro Treviso: proviamo a capire come sarà la Virtus 2021-2022.

GUIDO BAGATTA

Dopo un weekend “meraviglioso”, la Bologna virtussina ha oramai preso coscienza dell’impresa (perché di tale si tratta) che la squadra di Djordjevic è riuscita a portare a termine. Se infatti in estate, dopo quello che era successo l’inverno scorso (primo del blocco Covid) non erano stati in pochi a dare la Segafredo favorita per il titolo, gli stessi si erano poi piano piano diradati, vedendo quello che stava realmente accadendo sui parquet. Se da una parte, infatti, c’era una Milano che sembrava imbattibile, dall’altra la Virtus sommava un problema ad un altro, e non solo di gioco. Ed anche il “regalo” di natale del patron Massimo Zanetti, sottoforma di volto, corpo, ma soprattutto mani, di Marco Belinelli, non aveva poi cambiato di tanto l’andamento delle cose. 

L'altalena era proseguita fino alla svolta, per certi versi inspiegabile (almeno per chi guardava da fuori) di gara 3 con Treviso, quasi persa e sempre sul filo, così come non erano state “limpidissime” nemmeno le prime due vittorie delle V nere nella stessa serie. Ad un certo punto, durante un time out di quella partita, qualcuno sente Milos Teodosic (gran giocatore, ma sicuramente non un leader vocale né in campo, nè fuori) dire a gran voce che lui "a Treviso, quella notte non ci voleva rimanere” e che avrebbe “voluto” dormire nel suo letto a Bologna. Tutti ascoltano, Djodrjevic compreso, la squadra torna in campo e chiude la serie con una zampata di freschezza che non si era mai vista durante tutto l’anno e che man mano si "ingrosserà" a mò di valanga, destinata a travolgere prima l’inconsapevole Happy Casa e, subito dopo, la…consapevolissima Armani.

Ma tutto questo fa già parte del passato, prossimo, ma sempre passato. E visto che il presente è ancora ricco di festeggiamenti e felicitazioni, spingiamoci un po’ più in là ed andiamo a cercare di capire che cosa potrebbe succedere in casa Virtus nelle prossime settimane. Il primo nodo da sciogliere, tra l’altro bello grosso, riguarda la conferma dell’allenatore. Secondo il parere generale, il contratto di Djordjevic scadrà il prossimo 30 giugno, senza opzioni per nessuna delle due parti coinvolte. Tutti sanno quello che è accaduto in gennaio, con il licenziamento lampo del coach, reintegrato poi poche ore dopo, anche grazie alla squadra intera che si era schierata dalla sua parte.

Quello è stato sicuramente il peggior momento della Virtus, pur avendo poi finito, almeno penso io, col generare quell’intento collettivo che sei mesi più tardi avrebbe portato uno scudetto che, allora, sembrava davvero una chimera. Diciamo questo perché sono tante le voci che sono seguite a quei fatti e che riguardavano allenatori di fama destinati a sostituire Djordjevic. I due nomi più gettonati, Scariolo e Obradovic, hanno sempre evitato di parlare dell’argomento, smentendo ogni illazione a riguardo, ma quando girano tante voci, alla fine, quasi sempre c’è qualcosa di vero nell’aria.

Certo che, se veramente uno dei due (o qualcun altro nome a sorpresa) avesse già firmato un pre-contratto, con la vittoria dello scudetto sarebbe davvero curioso vedere come protagonisti individuali e società potrebbero cavarsela... Anche perché subentrare ad uno che ha appena vinto uno storico titolo, anche se ti chiamassi….Phil Jackson, sarebbe comunque un qualcosa di davvero molto difficile, soprattutto in una città così “demanding” come Bologna. 

Staremo a vedere, con la certezza che, se eventualmente Djordjevic dovesse lasciare la Segafredo, il suo status da disoccupato durerà tra i quattro e cinque minuti, non di più….

Discorso differente, invece, quello che riguarda la squadra, che ha un telaio solidissimo, sul quale basterà fare due o tre innesti più, nel caso, qualcosa per allungare la rotazione nell’eventualità (difficilissima) che l’Eurolega conceda alla Virtus una wild card. Il parco italiani è eccellente e se arrivasse un altro nome “pesante”, magari come Nicolò Melli, la Segafredo avrebbe una specie di mini-Nazionale alle sue dipendenze.

Sugli stranieri, detto che Teo, Weems e probabilmente anche Markovic sono intoccabili, una riflessione sarà fatta sui lunghi. Se si vuole compiere un altro salto in avanti, un centro di maggior peso, stazza e blasone deve per forza arrivare. Su chi, tra Hunter e Gamble (che hanno entrambi il vantaggio di avere un costo decisamente contenuto, rispetto alle cifre che girano in Europa) sarà il sacrificato lascio a voi l’ultima parola…

Guido Bagatta

GUIDO BAGATTA
Djordjevic

Getty ImagesDjordjevic

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