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Dopo i rispettivi ko, in casa contro San Antonio e nello scontro diretto, le squadre di coach Kerr e di coach Williams si sono rimesse in carreggiata e restano appaiate al comando con 20 vittorie e 4 sconfitte.
Tutto facile per gli Warriors che al Chase Center dispongono facilmente dei Magic, al 20° ko stagionale. Il +31 della sirena finale prende però (126-95) forma solo nell’ultimo periodo, dopo che Orlando era stoicamente riuscita a restare agganciata agli avversari per tre quarti di partita, complice una giornata solo “ordinaria” di Steph Curry, lontano dalla tripla doppia (31 punti, 8 assist e 3 rimbalzi), la cui prestazione è stata sulla linea di quella di Andrew Wiggins (28-3-3).
Dall’altra parte Mosley ha 14 punti e 12 rimbalzi di Wendell Carter, ma a gioco lungo la difesa di Golden State ha la meglio.
Ancora più sofferto il successo dei Suns, il 19° nelle ultime 20 gare e l’11° su 12 match casalinghi, proprio contro quegli Spurs che poche ore fa erano andati di traverso agli Warriors, ma piegati solo per 108-104. La squadra di Popovich conferma il buon stato di forma e resta nel match fino alla fine, facendo anzi tremare Paul e compagni con la rimonta riuscita solo a metà nell’ultimo periodo, iniziato con un tutt’altro che confortante +9 per Phoenix.
San Antonio tiene il confronto dei rimbalzi offensivi (49-41) e trova 17 punti da Dejounte Murray, 15 da Bryn Forbes e 14 con 11 assist da Jakob Poltl. Dall’altra parte vanno in sei in doppia cifra, ma Chris Paul si ferma a 21 punti (con 10 assist), due in più di Jae Crowder.
GettyChris Paul