Sono passati ormai quasi 2 anni dalla tragica morte di Kobe Bryant, avvenuta in una disgrazia aerea il 20 gennaio 2020. La memoria del Mamba però non scomparirà, e viene portata avanti, oltre che dai milioni di tifosi del basket di tutto il mondo, anche dai continui aneddoti che i suoi ex colleghi NBA stanno portando alla luce. Ed è proprio questo una di quelle occasioni, con protagonista questa volta Caron Butletr.
Campione NBA nel 2011 con la maglia dei Dallas Mavericks e due volte All-Star, Butler ha parlato nel corso del podcast NBA Central raccontando un aneddoto su KB24 che ne spiega alla perfezione la mentalità sportiva. Sembra essere anche un enorme attestato di stima verso il compianto Campione dei Lakers:
"Parliamo della stagione 2004-2005, l’unica da me giocata con la maglia dei Lakers. Eravamo impegnati contro i Bobcats, a Charlotte, e la partita stava volgendo al termine in condizioni di grande equilibrio. Sotto di un punto con sette secondi scarsi sul cronometro, coach Tomjanovich chiamò un time-out ed iniziò a disegnare un autentico campo di battaglia sulla lavagnetta. Dopo dieci secondi di parole vuote e confusionarie, Kobe fece un passo avanti, smantellò bruscamente lo schema e pretese di ricevere il pallone a centrocampo per giocare un isolamento. In aggiunta, alzando lo sguardo, chiese chi tra di noi volesse entrare nella storia per aver effettuato la rimessa che avrebbe portato al suo game-winner. Odom si prese carico serenamente di quel pallone, sapendo di doverlo semplicemente consegnare nelle mani di un sicario che avrebbe seguito per filo e per segno il copione da lui illustrato solamente quindici secondi prima. Ricezione, gomito, finta, difensore a vuoto, tiro in sospensione, canestro. Semplicemente Kobe Bean Bryant”.
Getty ImagesKobe Bryant