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NBA, la grande magia dei Wizards

19 NOVEMBRE
BASKET/NBA

Grande avvio di stagione di Washington, si torna ai fasti degli anni Settanta?

GUIDO BAGATTA

Onestamente, scrivere dei Washington Wizards mi fa un certo effetto. Mai e poi mai, infatti, avrei pensato che una delle franchigie più derelitte di tutta la NBA, potesse tornare quest’anno da prima pagina, diventando in un amen una delle squadre più forti della lega. E invece, gli ex Bullets, sono una delle sorprese più inaspettate della Eastern conference (assieme a Chicago e Cleveland) con un roster che, a parte Bradley Beal, è fatto tutto da buoni giocatori, molti dei quali di ruolo, ma non certo delle superstar.

Per noi che abbiamo oramai una “certa età” Washington, significa la squadra che, alla fine degli anni Settanta, arrivò a due finali, vincendo il titolo nel 1978. Quella però, a differenza dell’attuale, era una formazione con molte stelle: dallo straordinario Wes Unseld, il pivot più piccolo che abbia mai vinto un campionato da titolare(saltando, tra l’altro, davvero pochissimo) al funambolico Bobby Dandrige, allo strano play Phil Chenier. Ma anche dello “storico” Elvin Hayes, uno che già al college aveva fatto la differenza, affrontando l’allora Lew Alcinidor, nel match “del secolo” tra UCLA e la sua Houston University e con un paio di chicche italiane in panchina, come il romano Larry Wright e il pesarese Joe Pace. Negli anni successivi i Bullets (diventati poi Wizards per motivi …etici) sono poi piano piano spariti nell’anonimato, salvo una fiammata di qualche anno a metà del duemila e un paio di playoffs più avanti, dove la coppia Beal-Wall aveva tentato disperatamente di rimettere la capitale sulla cartina della pallacanestro che conta. Alla fine, però aveva sempre prevalso l’equazione “tanta spesa, poca resa” e la squadra era finita con lo scivolare nel nulla più completo, anno dopo anno. Più volte la proprietà aveva tentato di rivitalizzarla (vedi cessione di Wall per Westbrook) riuscendo però a fare sempre peggio.

Adesso invece, è addirittura in testa alla conference con un Beal diventato di colpo, una specie di chioccia, un uomo squadra, per un’armata di semisconosciuti (almeno a quelli che non seguono assiduamente il basket NBA) sempre più corsara. Con il senno di poi, la svolta per questo cambiamento così repentino, è stata sicuramente lo scambio proprio di Westbrook con i Lakers, che ha fatto arrivare sotto la casa Bianca, Kyle Kuzma, Montrezl Harrel e Kentavius Caldwell-Pope, in pratica tre quinti del quintetto base (anche se Harrell spesso parte dalla panchina). Aggiungeteci poi, oltre ovviamente a Beal, il brasiliano Neto (non propriamente uno che tra i pro, ha fatto, sino a ora la differenza), l’ex Nets Spencer Dinwiddie( sesto uomo perfetto)  lo “sconosciuto” Daniel Gafford, lungo arrivato da Chicago come un mezzo scartino e la matricola israeliana Deni Avdija e…. Come mezza lega, non ci avrete capito nulla. Come, infatti, con questi giocatori coach Wes Unseld(si, proprio il figlio del pivot del titolo del ’78) riesca a ottenere quello che abbiamo visto fino a ora, è una gran bella domanda, senza, ovviamente, una plausibile risposta.

GUIDO BAGATTA
Kuzma Washington Wizards 2022

Getty ImagesKuzma Washington Wizards 2022

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