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Tokyo 2020 pazzesco per l'Italia e Sofia Goggia riflette sul valore dei Giochi Olimpici

8 AGOSTO
TOKYO 2020

Si è chiusa un'altra edizione dei Giochi Olimpici, la più bella di sempre per lo sport azzurro, e Sofia Goggia, uno degli atleti simbolo del nostro paese negli sport invernali e impegnata presto nei Giochi di Pechino, ha regalato un bel pensiero sull'importanza delle Olimpiadi.

SPORT TODAY

Terminata la 32° edizione dei Giochi Olimpici estivi, si punta già ai prossimi Giochi Invernali in programma questo febbraio a Pechino, in Cina, dove la nostra Sofia Goggia tenterà di difendere il suo titolo di campionessa olimpica di discesa. 

40 medaglie per gli azzurri a Tokyo, record di sempre italiano: superati anche Los Angeles '32 e Roma '60. Con la cerimonia di chiusura dei Giochi, con Jacobs portabandiera e simbolo del successo del Belpaese, si apre il capitolo Olimpiadi invernali, per la prima volta nella storia a soli 6 mesi di distanza dall'edizione estiva dato il rinvio di un anno di Tokyo 2020 a causa della Pandemia di Covid-19. 

La Goggia, pensando proprio in quest'ottica, ha voluto regalare ai social il suo pensiero sui Giochi Olimpici, una riflessione intelligente e profonda sul valore dello sport e su ciò che significa per un atleta essere un campione olimpico:

"Sono saltata sul divano, ho fatto notti insonni, ho urlato incitando gli atleti italiani. Mi sono venute le lacrime agli occhi, la pelle d'oca e i brividi. A vedere questa splendida Italia a Tokyo 2020 si è riempito il cuore di emozione. Grazie.

Vincere l'Olimpiade è qualcosa di talmente grande che, a parer mio, rimane quasi inconcepibile, è un concetto talmente puro, perfetto e sublime da rimanere in una sorta di Iperuranio. Poi però giro la testa e l'occhio cade sulla medaglia d'oro che ho vinto a PyeongChang 2018; la vedo li, è magnifica, è vera ed è per sempre. Forse non sono ancora riuscita a realizzare. La mia attenzione viene ora catturata dalle interviste degli atleti che hanno appena vinto e che, ancora increduli e pervasi dall'emozione, parlano di come questo fosse il loro sogno sin da piccoli: ancora stentano a crederci.

Allora ieri, nel mio day off, mi è tanto venuta la voglia di tornare nel luogo che ha costituito la culla dei miei, di sogni, portando anche, per la prima volta, quell'oggetto del metallo più bello: sono tornata a Foppolo con la mia medaglia. Nel nostro sport, a differenza di tanti altri, le variabili sono molteplici: bastano un'alitata di vento contro, una fantozziana nuvoletta, un sassolino in pista che mangia la lamina dello sci per cambiare le carte in tavola, motivo per cui tanti sciatori preferiscono, se potessero scegliere a tavolino, le Coppe del Mondo, graduatorie che premiano la costanza e il rendimento espressi nell'arco dell'intera stagione.

Ma qui seduta in cima al Montebello, guardando il piccolo grande comprensorio da cui sono partita, rivedo tutto, le prime curve, le piste, rivivo nel cuore e nella mente il percorso, vedo i sogni di me da piccola e allo stesso tempo, con immensa gratitudine, li stringo forte nelle mie mani; mi sento emozionata per tutto questo ma anche per quello che ho vissuto in questi giorni tramite Tokyo e... mi sento di dire che per me non c'è nulla, nulla di paragonabile all'Immensità dell'Olimpiade.

Penso e sorrido... se mi dovessero chiedere quale sia il mio sogno, risponderei, a distanza di anni, con sincera emozione: lo stesso di quando ero bambina".

 
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Getty ImagesSofia Goggia

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