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Non molti se l’aspettavano e invece è stata un’emozionatissima ed emozionantissima Naomi Osaka ad accendere il braciere olimpico di Tokyo 2020, che arderà per due settimane e mezza. Eppure è stata proprio lei l’ultimo tedoforo, anzi, l’ultima tedofora, di una cerimonia d’apertura che, sfilata delle nazioni a parte, è stata spettacolare ed emozionante solo nell’ultima parte, forse perché i giapponesi hanno voluto tenere un profilo spettacolare basso, coi tempi di pandemia che corrono.
Ma la scelta di Naomi, prima tennista della storia uomini compresi ad accendere il braciere, è stata sacrosanta. Perché non è solo una delle atlete più forti del proprio sport (numero 2 del mondo, ex numero 1, vincitrice di 4 tornei del Grande Slam), ma perché è una donna che ha il coraggio delle proprie azioni e che per questo a volte ne paga le conseguenze. Come per esempio quando si ritirò prima dalle conferenze stampa del Roland Garros, prendendo una dura posizione verso le domande che ogni volta le vengono rivolte dai giornalisti, col risultato di essere multata, e poi, subito dopo, si ritirò dal torneo stesso, saltando anche quello immediatamente successivo a Wimbledon.
La 23enne Osaka, nativa della città omonima del suo cognome, giapponese di nascita ma ormai trapiantata negli Stati Uniti (e questo è uno dei motivi per i quali forse non la si aspettava per un ruolo del genere e che ha già scatenato polemiche su Twitter) non è un personaggio banale, nemmeno quando ha il coraggio di ritirarsi da un torneo, a New York, durante le violenze contro la gente di colore negli Stati Uniti, o quando, durante gli ultimi US Open vinti , ha usato una mascherina diversa a ogni match, con su ciascuna a turno il nome di una delle vittime delle suddette violenze.
Insomma, Naomi attualmente è la tennista più famosa, soprattutto al di fuori dal campo: chi meglio di lei poteva sancire l’apertura di un evento come la sua Olimpiade di casa?
Getty ImagesNaomi Osaka