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Interessante anche la riflessione sui social: “So che, indipendentemente dal fatto che mi seguano milioni di persone o solo qualche decina, avrò sempre attorno le poche persone che contano veramente e che amo. Di tutto il resto si può fare a meno, che tu sia un tennista o meno”.
Una dedica, poi, al fratello Mark: “Siamo molto legati: tuo fratello è il primo migliore amico nella vita e siamo cresciuti nella stessa stanza senza mai allontanarci l’uno dall’altro. Quando qualcosa va storto, c’è soltanto una cosa che so per certo: posso andare da lui e mi dirà sempre la verità. Nessuno mi conosce meglio di mio fratello, lui ha una vita più normale della mia perché fa il pompiere e l’istruttore”.
E, in ultimo, una confessione che per Jannik è una vera e propria ossessione: “Quando provo le racchette, mi concentro sul rumore della palla. Non guardo nemmeno dove atterra, ma se ha una buona sensazione rispetto al suono. Per me è tutta una questione di suono: deve essere pulito, ma anche pesante. Non mi piace quando è ruvido o quando sfrega come se graffiasse, in allenamento l’obiettivo è ottenere un buon feeling e per me le migliori sensazioni coincidono con il giusto suono”.
Getty ImagesJannik Sinner