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Nel primo set è tutto fin troppo facile per Jabeur, che strappa due volte il servizio a Rybakina non concedendo neanche una palla break e sfoderando una superiorità tecnico-tennistica imbarazzante, poi però nel primo game del secondo set comincia a esagerare con i preziosismi, è poco concreta e il servizio lo perde lei, e lo perderà altre tre volte nel corso del match non togliendolo più alla sua avversaria non sfruttando quattro palle break nel secondo set e addirittura tre consecutive nel sesto game del terzo, non riuscendo più a ritrovare il suo miglior tennis.
Dopo un’ora e 48 minuti, senza nemmeno particolari esultanze, Rybakina è andata a stringere la mano a una Jabeur delusissima che è ricaduta nelle sue paure e nei suoi preziosismi che ne hanno caratterizzato la carriera e di cui solo nell’ultimo anno sembrava essersi liberata. Elena pone fine a un digiuno nei tornei WTA che durava da due anni e mezzo e lo fa sul palcoscenico tennistico più importante del mondo. Senza timore di sbagliare il suo è uno dei trionfi più sorprendenti nella storia di Wimbledon. Ma nel tennis femminile contemporaneo, si sa, può accadere di tutto.
Elena Rybakina