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A Filippo Volandri non mancano i motivi per essere ottimista, qua e là i suoi ragazzi sfoderano in campo prestazioni di grande levatura, accelerando un processo di crescita che però - spiega a 'La Gazzetta dello Sport' - va rispettato fino in fondo: "L'Italia ci arriva bene e tra due mesi starà ancora meglio; l'incognita sono gli US Open, ma preferisco che i ragazzi facciano strada e abbiano meno tempo per prepararla".
Berrettini, Sinner e Musetti vivono momenti differenti: "A Matteo serve tempo: si sta impegnando, mi aspetto che vada in campo, che si alleni e che passi le giornate con l'obiettivo di tornare al 100%. Dobbiamo rispettare i tempi di crescita, senza esagerare nella pressione con i giovani; se arrivi in finale, il passo ulteriore è vincerla. Jannik e Lorenzo sono molto giovani, è bene che vadano avanti negli Slam per fare più partite possibili di questo livello, vinceranno poi. Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto: i ragazzi sanno di avere alcune responsabilità e le rispettano andando in campo nel modo giusto. Jannik ha le spalle larghe, ogni tanto si scontra con delle aspettative molto alte; è un perfezionista e quando non riesce ad essere perfetto ne subisce un po' le conseguenze: è il simbolo delle nuove generazioni assieme a Carlos".
Qualche anno fa un movimento così efficace era tutt'altro che atteso, il capitano azzurro racconta il segreto del successo: "I ragazzi hanno qualità, poi il sistema funziona: la Federazione investe, anche nel Settore Giovanile, il sistema di wild card accelera il processo di crescita e il rapporto con gli allenatori è cambiato del tutto rispetto al passato; punta sulla comunione di intenti e ne beneficiano giocatori e qualità, tutto il mondo si complimenta con noi, prendendoci come esempio da imitare. Il padel? Aiuta il tennis: andiamo avanti mano nella mano; è più facile rispetto al tennis, specie se si comincia in età avanzata quest'ultimo, ma ha un grandissimo successo".
Getty ImagesCoppa Davis 2022